La corsa del rendistato, l’indice alla luce del quale le banche calcolano i tassi di interesse da applicare sui prestiti del Tfs-Tfr agli statali, potrebbe essere giunta alle battute finali. Molto dipenderà dalle prossime mosse della Bce, che stando a quanto trapela starebbe valutando lo stop ai rialzi dei tassi. Decisiva la riunione di giovedì 14 settembre, quando il Consiglio direttivo della Banca centrale europea dovrà decidere se imprimere o meno una pausa alla campagna di rialzo dei tassi dopo nove aumenti consecutivi, ipotesi ritenuta probabile da diversi analisti. Un’eventuale inversione di rotta da parte della Bce avrebbe effetti sui rendimenti dei titoli di Stato e di conseguenza anche sul rendistato, che indica appunto il rendimento medio di un paniere di Btp, spingendolo a rallentare e pian piano a sgonfiarsi. In questo modo calerebbe pure la spesa per gli interessi che gli statali devono sostenere quando si rivolgono alle banche per avere i soldi della liquidazione in anticipo.
L’ultimo bollettino di Bankitalia fotografa ad agosto un rendistato generale al 3,941%. Per la fascia compresa tra 1 anno e un anno e 6 mesi l’asticella si posziona al 3,665%. Quindi sugli anticipi più brevi, considerato che al rendistato bisogna sommare lo spread (0,5%), le banche ora applicano un tasso di interesse di poco superiore al 4%, che su 45mila euro (l’importo massimo esigibile) fanno 1.800 euro di spesa. Se invece si guarda a una fascia di vita intermedia, quella che va da 4 anni e sette mesi a sei anni e sei mesi, il rendistato arriva a superare la soglia del 3,7%. E sale al 4,4% per le fasce di vita più lunghe, con l’effetto di portare in questo caso la spesa per gli interessi oltre i duemila euro. Bisogna tornare addirittura al gennaio del 2022 per trovare un rendistato generale sotto l’uno per cento: all’inizio di un anno fa si attestava allo 0,78% e superava di poco il 2% per la fascia di vita residua più lunga. Numeri che sembrano appartenere a un’altra era, invece sono passati appena 20 mesi.
Il messaggio
Nel frattempo sul sito dell’Inps è stata pubblicata in questi giorni una nuova circolare contenente le indicazioni operative per l’anticipazione ordinaria del Tfr/Tfs. Una misura riservata agli iscritti alla Gestione unitaria creditizia e sociale, operativa dal primo febbraio 2023, che offre la possibilità di richiedere anche l’intero importo della liquidazione non versata, a un tasso di interesse pari all’1% (dunque decisamente più competitivo rispetto a quello delle banche). Il finanziamento, ricorda la circolare, è erogato in un’unica soluzione ai richiedenti aventi diritto. Attenzione però perché l’Inps, precisa sempre la circolare, si riserva la facoltà di aggiornare con proprio provvedimento il tasso di interesse applicato, dandone comunicazione e pubblicità sul proprio sito. L’eventuale nuovo tasso troverà applicazione per le domande di anticipazione presentate successivamente al relativo provvedimento.