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Tfs, non c'è tregua per gli statali: per l'anticipo in banca si continuano a versare 2mila euro di interessi - PA Magazine

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Tfs, non c’è tregua per gli statali: per l’anticipo in banca si continuano a versare 2mila euro di interessi

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I tassi di interesse applicati dalle banche sugli anticipi del Tfs ai dipendenti pubblici rimangono a livelli insostenibili. Ad agosto il rendistato generale, l’indice sulla base del quale gli istituti di credito calcolano il tasso, si è posizionato sopra il 3,5%, un gradino sotto rispetto al 3,7% di giugno e uno sopra in confronto al 3,4% di gennaio. Tenuto conto che il tasso di interesse applicato dalle banche su questi tipi di prestiti è il frutto della somma del rendistato e di uno spread dello 0,4%, per 45 mila euro di anticipo la “tassa” da versare si aggira ora mediamente attorno ai 1800 euro.

La beffa

Fino a qualche mese fa l’Inps anticipava il Tfs ai dipendenti pubblici a un tasso di interesse dell’un per cento. Adesso che l’istituto ha chiuso il rubinetto delle erogazioni, gli statali cessati dal servizio che non vogliono o non possono aspettare anni prima di ricevere i soldi della liquidazione, devono per forza rivolgersi alle banche. La sentenza con cui la Consulta a giugno del 2023 ha chiesto al parlamento di intervenire, in quanto il pagamento differito della liquidazione ai dipendenti pubblici va contro i principi della Carta, è rimasta inascoltata. Le proposte di legge avanzate nei mesi scorsi in Parlamento per sciogliere questo nodo si sono abbattute contro il muro della Ragioneria generale dello stato. Un muro con sopra scritto: «Non ci sono le coperture».

Il bollettino

Il rendistato per la fascia di vita residua tra un anno e un anno e sei mesi ad agosto si è attestato al 3,2 per cento, indica l’ultimo bollettino di Bankitalia. Quello per la fascia di vita tra 8 anni e 7 mesi e 12 anni e 6 mesi sempre ad agosto ha sfiorato il 3,8 per cento, posizionandosi sui livelli di gennaio scorso. Il rendistato per la fascia di vita più lunga, 20 anni e 7 mesi e oltre, viaggia adesso sopra la soglia del 4,2%. Nel 2020, quando le banche hanno iniziato ad anticipare la liquidazione agli statali in convenzione con lo Stato, la situazione era molto diversa, in virtù di un rendistato vicino allo zero. Nel dicembre del 2020 il rendistato generale stava allo 0,2%. Nel 2021 non ha mai superato lo 0,6%, mentre l’anno successivo è schizzato dallo 0,7% al 3,5%. Infine, l’anno scorso l’indice è salito a livelli record, sfondando la barriera del 4%. A ottobre di un anno fa il rendistato generale è arrivato a toccare quota 4,4%. Secondo i calcoli effettuati dall’Inps, pagare subito il Tfs agli statali sarebbe costato solo quest’anno circa 3,8 miliardi di euro. Soldi che non ci sono. Ma i dipendenti pubblici non sono il bancomat delle banche.

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