Il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha appena firmato il decreto ministeriale che proroga l’Accordo quadro sottoscritto nel 2020 per l’anticipo del trattamento di fine servizio e di fine rapporto. Parliamo del prestito “beffa” fino a 45mila euro che gli istituti di credito concedono agli statali che non vogliono, o semplicemente non possono, aspettare anni prima di ricevere i soldi della liquidazione. Su questo tipo di finanziamento oggi si paga una tassa occulta, ovvero la spesa per gli interessi, che in determinati casi può arrivare a rasentare la soglia dei duemila euro, per effetto di un rendistato sopra il 3%. Il rendistato è l’indice sulla base del quale le banche calcolano il tasso di interesse da applicare sui prestiti ai dipendenti pubblici. All’alba di questa misura, quattro anni fa quindi, il rendistato si posizionava sotto l’un per cento. Allora il gioco poteva valere la candela. Oggi molto meno.
La corsa del rendistato
Ad agosto l’indice che orienta il tasso di interesse che le banche applicano sugli anticipi della liquidazione agli statali si è attestato al 3,3% e quello per le fasce di vita residua più brevi è scivolato sotto la soglia del 3 per cento. A gennaio il rendistato generale viaggiava sopra la soglia del 3,4%. A giugno è arrivato a superare il 3,7%. Poi a luglio è sceso di un gradino, al 3,5%, e alla fine dell’estate ha fatto un altro piccolo passo indietro. Per le fasce di vita residua intermedie al momento il rendistato si posiziona tra il 2,9 e il 3,6%: questo significa che per un prestito di 10mila euro di media durata la spesa per gli interessi a carico del dipendente pubblico che chiede l’anticipo della liquidazione in banca oscilla tra 340 euro e 400 euro.
Rinnovi e aumenti
Il governo intanto prova ad accelerare sul contratto degli statali. Questa mattina l’Aran, l’Agenzia che tratta per il governo con i sindacati, depositerà sul tavolo una proposta con all’interno le tabelle con gli “scatti” per ognuna delle aree di inquadramento dei dipendenti delle Funzioni centrali: dai ministeriali ai lavoratori delle agenzie fiscali e degli enti pubblici economici. Previsti aumenti lordi mensili di 110 euro per gli operatori. L’asticella sale a 116 euro per gli assistenti e arriva a 141 euro sempre lordi mensili per i funzionari. Per le elevate professionalità, infine, gli aumenti lordi mensili saranno superiori a 193 euro. Per i nuovi vontratti degli statali il governo ha stanziato 8 miliardi con l’ultima manovra. Ma in un’intervista a PaMagazine il titolare della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, non ha escluso che vengano trovate quest’anno ulteriori risorse per il comparto pubblico.
la Corte Costituzionale si è espressa relativamente al TFS. Ciononostante il Governo italiano continua ad ignorare la reprimenda di un’istituzione così importante. A questo punto, io semplice cittadino, mi rendo conto d’essere ininfluente e totalmente inutile. Altrettanto inutile sarà reso il mio voto quando sarò chiamato alle elezioni.