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Statali, l’esempio tedesco. Contro l’inflazione subito 3mila euro

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I dipendenti pubblici tedeschi possono brindare. Riceveranno un emolumento una tantum esentasse per compensare l’inflazione pari a 3mila euro. Il primo pagamento, di 1.240 euro, arriverà a giugno. La restante parte del contributo verrà erogata nei mesi successivi e fino a febbraio dell’anno prossimo. È il risultato di un accordo tra il governo tedesco e il sindacato Ver.di che si applicherà a circa 2,5 milioni di lavoratori del settore pubblico. L’intesa è arrivata dopo una serie di proteste e di scioperi come non se ne vedevano da decenni in Germania. Nel corso del 2022 i prezzi al consumo nel Paese sono aumentati del 9,6%.

Il confronto

In Italia invece l’emolumento una tantum di un anno introdotto con la legge di Bilancio, pari a un incremento dello stipendio dell’1,5 per cento, ha portato nelle tasche della maggior parte dei dipendenti pubblici tra i 20 e i 40 euro. Più nel dettaglio, l’aumento determinato dal meccanismo scritto in manovra è pari in media a 27 euro lordi circa al mese nel caso dei ministeriali. L’asticella sale a 32 euro per gli insegnanti. Mentre nelle Authority il personale non dirigente ha ottenuto in media più di 80 euro al mese.

Insomma, calcolatrice alla mano, i funzionari dei ministeri alla fine di quest’anno si saranno portati a casa in tutto meno di 400 euro lordi di aumento. Siamo dunque molto lontani dai 3mila euro dei dipendenti pubblici tedeschi.

Contratti

Non solo. L’accordo tra il governo di Berlino e il sindacato Ver.di prevede anche un aumento di 200 euro al mese da marzo 2024 per 2,5 milioni di dipendenti pubblici e poi, in una seconda fase, un ulteriore incremento del 5,5 per cento delle retribuzioni. Al contrario in Italia ancora non ci sono le risorse per rinnovare i contratti degli statali per il triennio 2022-2024. Servono otto miliardi di euro. Le ultime due manovre, infatti, si sono limitate a stanziare 500 milioni strutturali per i nuovi contratti. Per reperire le risorse mancanti il governo punta ora sulla revisione della spesa pubblica. «Io al tema dei rinnovi contrattuali ho dedicato attenzione sin dal mio arrivo, ora dobbiamo pensare al rinnovo 2022-2024», ha assicurato nei giorni scorsi il titolare della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo. Discorso rinviato all’autunno, quando andrà approvata la Nadef, la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, ed entreranno nel vivo i lavori per la prossima legge di Bilancio.

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