A Natale arriva l’anticipo dei rinnovi dei contratti dei dipendenti pubblici. Ecco le date dei pagamenti: i versamenti saranno effettuati tra il 15 e il 18 dicembre. La Funzione pubblica avrebbe voluto far partire le erogazioni già questo mese, anche per non creare confusione con la tredicesima. Alla fine, però, non è stato possibile anticipare i tempi e così nel cedolino di dicembre verrà inserita una voce a parte, per aiutare i dipendenti a distinguere l’anticipo dal resto. L’emolumento corrisponde al pagamento anticipato dell’indennità di vacanza contrattuale maggiorata di 6,7 volte. Non sono pochi soldi, considerato che per i dirigenti di prima fascia dei ministeri l’anticipo vale oltre 1.900 euro, ma i contratti del pubblico impiego sono scaduti da quasi due anni e le cifre in arrivo non appaiono comunque sufficienti a recuperare quanto è stato eroso in busta paga dall’inflazione di questi ultimi due anni.
Il countdown
La misura introdotta dal governo con il decreto anticipi ha un costo di 2 miliardi di euro e coinvolgerà, a conti fatti, più di 2,5 milioni di statali. Chi rischia di non prendere l’anticipo sono i dipendenti degli enti locali e di altre amministrazioni non statali, come gli enti di ricerca. Starà a sindaci e governatori provare e reperire le risorse nei loro bilanci per versare l’emolumento, stabilisce il decreto anticipi. Dovevano essere esclusi poi dalla platea dei beneficiari i precari della Pa. L’esecutivo però ha corretto il tiro: chi ha il contratto a tempo determinato riceverà l’emolumento frazionato mensilmente a partire da gennaio, e non in un colpo solo come avverrà a Natale per i dipendenti a tempo indeterminato. Lo scopo della misura è sostanzialmente uno solo: rendere meno insostenibile l’attesa per i rinnovi veri e propri, che in media dovrebbero portare a un incremento medio degli stipendi pubblici di 170 euro.
Rinnovi
La domanda è una sola: la trattativa per i rinnovi dei contratti si svolgerà in tempi rapidi? La risposta non è scontata, nonostante il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, abbia annunciato che a gennaio sarà pronto l’atto di indirizzo che dà il mandato all’Aran, l’Agenzia governativa che tratta per la parte pubblica, per avviare i tavoli con i sindacati. Bisognerà vedere poi come verrà accolta l’intenzione di Palazzo Vidoni di legare maggiormente gli aumenti alla performance e ai risultati, facendo pesare meno la parte tabellare. Per i rinnovi il governo ha stanziato 5 miliardi di euro: oltre ai due miliardi dell’anticipo, ci sono altri 3 miliardi di euro il prossimo anno. E 4 miliardi dovranno essere finanziati da Comuni e Regioni per gi aumenti dei propri dipendenti. Gli statali, si legge nella realzione tecnica, otterranno con i nuovi contratti aumenti del 5,76 per cento sulle loro retribuzioni.