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Firmato il contratto per le Funzioni centrali. Arrivano gli aumenti

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Il ministro della Pa Renato Brunetta

Ci è voluto più del previsto. Ma la firma definitiva al contratto delle Funzioni centrali è arrivata. Questa mattina i sindacati e l’Aran hanno sottoscritto definitivamente l’intesa. I tempi della burocrazia ministeriale hanno fatto spostare di volta in volta in avanti anche la data di pagamento degli aumenti e degli arretrati che potrebbe arrivare con una rata speciale a maggio, ma più probabilmente a giugno. Al di là degli aumenti economici, il contratto delle Funzioni centrali per il triennio 2019-2021, è innovativo sotto moltissimi punti di vista: dalle progressioni di carriera, agli “scatti” legati al merito e all’anzianità, fino alla nascita della quarta area e alla regolamentazione dello smart working. «E’ stata una trattativa difficile», dice Massimo Battaglia, segretario generale di Unsa-Confsal, «ma il risultato è positivo. L’aumento, superiore al 4%, arriva in un momento delicato per l’economia, con la fiammata inflazionistica. Darà un sostegno ai redditi dei dipendenti delle Funzioni centrali. Ora ci sarà da lavorare molto sulla contrattazione di secondo livello». E’ lì, infatti, che saranno declinati molti aspetti centrali del contratto, dalla quarta area al welfare.

Massimo Battaglia, segretario generale Unsa

I TEMPI

Così il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta: «La firma definitiva all’Aran del nuovo contratto per il comparto funzioni centrali, apripista per tutti gli altri, rappresenta un traguardo importante che mi rende orgoglioso, innanzitutto per il suo alto valore simbolico: riconosce al capitale umano pubblico la centralità che gli spetta e che ha largamente dimostrato durante i mesi più drammatici della pandemia, garantendo la tenuta dei servizi e della comunità. Gli aumenti e gli arretrati in arrivo rappresentano una boccata d’ossigeno per i lavoratori, in un momento caratterizzato da un generalizzato aumento dei prezzi». Ma perché ci è voluto tanto ad arrivare alla firma finale? La pre-intesa era stata sottoscritta a gennaio, ma andavano completati una serie di passaggi prima di arrivare alla firma definitiva tra Aran e sindacati. Molto tempo lo hanno preso le verifiche della Ragioneria generale dello Stato. Decisivo, la settimana scorsa, è stato il via libera della Corte dei Conti. Gli aumenti, fino a 117 euro, come detto, arriveranno tra maggio e giugno. In arrivo anche gli arretrati, sempre per il periodo 2019-2021, per importi superiori in alcuni casi a duemila euro.

ECCO L’ARTICOLO CON TUTTI GLI ARRETRATI

Contratto statali, in arrivo arretrati fino a 2.300 euro

Il nuovo contratto, 106 pagine frutto di 25 riunioni al tavolo della trattativa, introduce come detto una serie di novità di rilievo, dallo sblocco delle carriere, con le progressioni verticali e orizzontali, scatti e promozioni, ai differenziali stipendiali da attribuire sulla base del merito e degli anni di servizio, dalla nuova area (la quarta) per le elevate professionalità allo smart woking. Le progressioni di carriera saranno senza concorso: potranno bastare titoli e valutazioni. Ok a un periodo transitorio in cui le promozioni potranno avvenire in deroga al titolo di studio. 

ECCO L’ARTICOLO SULLE PROGRESSIONI DI CARRIERA SENZA CONCORSO E CON DEROGA AI TITOLI

Funzioni centrali, al via le promozioni senza titolo di studio

GLI AUMENTI

Gli aumenti tabellari per ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici sono compresi tra 63 euro lordi mensili (per un dipendente di prima Area fascia F1) e 117 euro (per un ispettore generale). Altri esempi. Al Cnel gli incrementi si fermano a quota 106 euro (per un dipendente area C livello 5). All’Enac, l’Ente nazionale di aviazione civile, arrivano fino a 151,80 euro lordi mensili (per un professional PII 4 super). All’Agid, l’Agenzia per il digitale, l’asticella può salire fino a 194,46 euro (per un professional F9). Gli arretrati netti per il 2019-2021 valgono nei ministeri fino a 1.814 euro (per gli ispettori generali). Un funzionario di prima area in prima fascia prenderà 971 euro. La retribuzione della quarta area, che parte vuota, sarà di 35 mila euro lordi annui, ai quali si aggiungerà una indennità di posizione che potrà oscillare tra 11 mila e 29 mila euro lordi annui. Attenzione anche ai differenziali stipendiali da assegnare all’interno delle singole aree, allo scopo di remunerare il maggior grado di competenza professionale progressivamente acquisito dai dipendenti. Per i funzionari valgono 2.250 euro lordi annui.

Gli aumenti nei ministeri

LAVORO AGILE

Il contratto disciplina per la prima volta il lavoro agile nel settore pubblico. Lo smart working, a differenza del lavoro da remoto, funzionerà per obiettivi. La prestazione lavorativa verrà eseguita in parte all’interno dei locali dell’amministrazione e in parte all’esterno di questi, senza una postazione fissa e predefinita, entro i limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale. Durante la cosiddetta fascia della contattabilità lo statale impiegato in modalità agile dovrà essere pienamente operativo, mentre durante la fascia della disconnessione potrà essere irreperibile. Il lavoro da remoto, al contrario, sarà subordinato agli stessi vincoli di orario dell’ufficio. E prevede che il lavoratore abbia diritto a permessi e buoni pasto.

ECCO L’APPROFONDIMENTO SUL LAVORO AGILE

Smart working pubblico, nella Pa dipendenti contattabili per 9 ore

GLI ARRETRATI DEL NUOVO CONTRATTO ANCHE AI PENSIONATI, NE PARLAVAMO QUI

Contratto statali, gli aumenti arriveranno anche ai pensionati

15 Comments

  1. Non si puo’ firmare un contratto dopo tanti hanni chi ne ha beneficiato e’ lo stato potete d’acquisto zero non voglio bestemmiare che e’ meglio.

  2. chissà se è stata risolto il problema della dimenticanza del personale DAP & DGMC: a maggio ancora nulla!

  3. Quando si sente dire che in Italia mancano fondi e non ci sono soldi per contribuire chi ha lavorato per una intera vita mi viene da ridere.
    Io non ci credo.
    Per tante ragioni.
    Una di queste è che i troppi politici azzeccagarbugli che paghiamo profumatamente, spesso nemmeno eletti dal popolo, godono di privilegi esagerati. Per loro stipendi d oro e pensioni d oro.
    Siamo giunti al termine di un sistema corrotto e che fa acqua da tutte le parti.
    Leggo domande tipo: e la scuola ? E gli enti pubblici?
    Ma capiamo che c è una idea di fondo errata?
    Sembra di chiedere l elemosina… qui si parla di diritti
    E un diritto non si chiede lo si esercita
    Sappiatelo
    Tutti

  4. Questo è il pubblico impiego. Sicuro, ma modesto. Quel che duole è che, quasi tutti i dipendenti prestano servizi essenziali ed indispensabili. Al momento culminante però, anche i sindacati dimenticano. Conseguenze: contratti tristi per persone rassegnate.

  5. Scrivete anche il mio commento, però…vogliamo parlare dei FREGATI compresi tra il 2014/2015, (io sono andata in pensione il 18/12/2015 con 41 anni e 3 mesi di ruolo) collocati a riposo con il MEDESIMO stipendio (e relativa pensione) di 6 anni prima, vale a dire anno 2009, dal momento che il RINNOVO DEL CCNL dei pubblici dipendenti NON E’ PIU’ STATO AUMENTATO FINO AD OGGI??? Tradotto in soldoni: pensione del 2015 (corrisposta dopo circa 2/3 mesi, e dunque nel 2016), pari al medesimo importo del 2009; TFS calcolato su uno stipendio non ragguardevole fermo – par mancato rispetto del rinnovo del contratto – al 2009 e liquidato per intero dopo 2 anni DUE – di attesa, e arriviamo al 2018…altro che bestemmiare, come dice il collega di cui sopra!! i beneficiari non dovevano essere soltanto coloro i quali erano in servizio, ma anche in quiescenza tra il 2019/20, bensì, per primi, dovevano essere ricalcolati stipendi e liquidazioni che non avevano subìto alcun aumento nel periodo che risale a PRIMA del 2019/20!! Sarebbe stato giusto un ricolcolo sia del TFS che della pensione mensile. Ma già…chi ci governa, non pensa solo al reddito di cittadinanza da divano, ma anche alle armi per l’Ucraina. Per queste sì.che i soldi si trovano!

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