Sono passati tre giorni da quando la Corte Costituzionale ha tenuto l’udienza pubblica. Ma la decisione dei giudici supremi non è ancora stata resa nota. Ad attenderla ci sono 3 milioni e passa di dipendenti pubblici. La questione è nota. La Consulta deve decidere se è lecito o meno che gli statali ricevano la loro liquidazione fino a 5 anni dopo l’uscita del lavoro, con un sistema di rateizzazione. La discussione pubblica che si è tenuta martedì scorso davanti ai giudici è stata particolarmente interessante. Soprattutto per le tesi sostenute dagli avvocati dell’Inps e da quelli dello Stato. E che rischiano di lasciare con l’amaro in bocca medici, poliziotti, insegnanti e tutti gli altri “volti della Repubblica”, come li aveva definiti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La pistola messa sul tavolo è quella della tenuta dei conti pubblici e del bilancio dell’Inps. Nella costituzione in giudizio dell’Istituto di previdenza sociale, è stata inserita una tabella in grado di far tremare i polsi a qualsiasi governo, a qualsiasi ministro del Tesoro e a chiunque sarà il prossimo presidente dell’Inps. Pagare subito il Tfs ai dipendenti pubblici, dice quella tabella, avrebbe un costo di 13,9 miliardi di euro soltanto per il 2023. Se lo Stato fosse chiamato insomma, a versare subito i soldi della liquidazione, è possibile che il governo debba dire addio a molte delle misure fiscali che ha in mente. Sia gli avvocati dell’Inps che quelli dello Stato, hanno sostenuto che la stessa Corte Costituzionale nelle sentenze passate, ha stabilito che alcune decisioni possono essere contemperate per tenere conto degli equilibri del bilancio dello Stato.

Possibile. Ma la domanda è: è giusto mettere a carico di una sola categoria di dipendenti, la sostenibilità del bilancio pubblico e l’equilibrio patrimoniale dell’Inps? Il contratto dei dipendenti pubblici è rimasto bloccato per 10 anni per “aiutare” i conti dello Stato. E adesso è di nuovo scaduto da due anni e nemmeno un euro per rinnovarlo è stato stanziato. L’indennità “una tantum” decisa con la manovra di Bilancio in molte amministrazioni non è stata ancora erogata. Il blocco del turn over, deciso sempre all’inizio del decennio scorso per “salvare” i conti pubblici, ha messo in ginocchio la macchina pubblica e rischia di far fallire il Pnrr. Nel frattempo, il primo maggio scorso, il governo ha deciso un taglio dei contributi all’Inps per tutti i lavoratori, impegnando 4 miliardi di euro per quest’anno e 10 miliardi il prossimo se deciderà di confermare la misura. L’Inps riceverà però, sempre meno contributi e il costo delle pensioni graverà sempre di più sulle casse pubbliche.
Dunque torna la domanda: è giusto che queste misure siano alla fine finanziate ponendole a carico soprattutto dei dipendenti pubblici? La questione del Tfs rientra a pieno titolo in questo contesto. E’ soltanto un tassello di una politica che ha indebolito e impoverito il pubblico impiego. Oggi un lavoratore dello Stato che lasciato il lavoro vorrebbe aiutare magari un figlio a comprare casa o a farlo studiare senza vederlo accampato in una tenda sotto un’Università, ha un solo modo per ottenere soldi che sono i suoi: farseli prestare in banca dando a garanzia la propria liquidazione e pagando un tasso superiore al 4 per cento. Sia l’Inps che lo Stato, nell’udienza pubblica, hanno ricordato questa misura ponendola come possibile giustificazione alla protrazione del pagamento differito. Meglio persino sorvolare su affermazioni del genere. Così come secondo gli avvocati di Inps e Stato, per un dipendente ricevere la liquidazione anche dopo uno o due anni non sarebbe poi un gran sacrificio, visto che l’importo comunque viene versato per intero, dimenticando però che oggi c’è un tassa chiamata inflazione. E dimenticando anche che i volti della Repubblica hanno occhi e orecchie per giudicare come lo Stato per il quale lavorano li considera.
Esatto.
Contabilità e bilancio sulle spalle dei propri dipendenti, una manovra temporanea che diventa, come al solito, definitiva.
Chi non mantiene fede ai propri impegni non può poi pretendere, come spesso ciecamente accade, che gli altri, i comuni cittadini, siano ligi alle regole.
Questa è la vera differenza con gli altri concittadini europei, purtroppo.
Quale 1 anno o 2 io sono andato in pensione 2017 con quota 100 e prendero liquidazione 2027 e intanto ho dovuto visto che ero cattivo pagatore prendere una parte pagando a dei porci strozzini della pitagora finanziaria il 20 per centoooooooooo
Hai ragione! Anch’io quota 100 dal 2020 ma per lavori di casa ho dovuto andare a chiedere prestiti!! Credo nella giustizia è oramai una presa per i fondelli piuttosto che una verità, visto che la giustizia è amministrata con bilancia truccata! Se allo stato spettano dei soldi non puoi permetterti di sforare i tempi, lo stato si, solo x suo interesse! Il privato paga il TFR entro 45 gg dopo, a noi lo stato vuole pagare i nostri soldi dopo anni! Questo si chiama istigazione a delinquere…cioè se posso truffa lo stato come lui sta facendo, molto più pesantemente, con me!
Identica cosa e successa a me Signor Mario questa è l, Italia purtroppo 👋
L’Italia ripudia la guerra è da soldi e armi per la guerra
L’Italia è fondata sul lavoro e si MANGIA i soldi del lavoratori. E non li restituisce
È UNA VERGOGNA
TUTTI IN PIAZZA COME IN FRANCIA
Basterebbe il denaro sequestrato a mafia camorra ndrangheta negli ultimi 40 anni migliaia di miliardi di euro e problema risolto.
tutti in piazza. Stiamo accettando cose vergognose.
I soldi del TFS sono soldi che i lavoratori hanno versato per tutta la loro vita lavorativa perciò sono i loro soldi.
Il cosiddetto governo non deve trovarli chissà dove ci devono essere e se non ci sono dicessero cosa ci hanno fatto.
Infatti concordo! In più dalla parte del bilancio INPS nessuno cita ahimè quanti sono stati i morti per pandemia Covid e le relative pensioni ahimè non erogate e diciamo restate a credito dell’INPS e quanti immobili ha l’INPS dismessi che potrebbe sfruttare e avere profitto e ricavi. Ecco dove sono sommersi i soldi che l’INPS ha non avrebbe ha a disposizione senza far finta che le liquidazioni per TFS pesarebbero del bilancio pubblico! Vergogna!!! Piuttosto il nuovo Commissario INPS si dia una mossa!
Concordo in pieno ,lliquidazioni vanno erogate in tempo perché e’ un sacrosanto diritto dei lavoratori. Che ci pensasse lo Stato a reperire ciò che manca come fa spesso con le banche
Quell’ che è insopportabile è, che i Parlamentari, ricevono subito la liquidazione appena finito il loro mandato di 5 anni, con somme che un dipendente Pubblico a volte non riceve neanche dopo 40 anni di servizio, questa è una ingiustizia, se non ci sono i soldi, i Parlamentari dovrebbero aspettare anche loro diversi anni.
Concordo sempre
Nn solo i francesi sono scesi in piazza ma anche i tedeschi ed hanno ottenuto 450 euro in più sullo stipendio vista l inflazione galoppante. E noi italiani che facciamo?
Nelle aule di tribunale c’è scritto :la legge è uguale per tutti. Se ciò risponde a verità la consulta deve avere il coraggio di dare ragione ai dipendenti pubblici. Come l’imprenditore accantona mese per mese una parte dello stipendio da destinare al Tfr del suo dipendente e l’ultimo mese di lavoro nella busta paga inserisce l’importo dell’ultimo stipendio e del TFR che paga al dipendente, allo stesso modo lo Stato deve accantonare mese per mese una quota degli stipendi dei suoi dipendenti e l’ultimo mese deve pagare tutto. Se non sono in grado di fare cio ci devono giustificare dove hanno speso i Nostri soldi. Che non se ne escano con la giustifica che il dipendente pubblico può chiedere in prestito i suoi soldi e pagare interessi alle banche perché è questa la vera incostituzionalità di un sistema ormai allo sfacelo.
La corte costituzionale deve essere imparziale, no può dipendere da situazioni deficitarie che peraltro non sono neanche chiare. Facesse l” Inps un corposo mutuo con le banche. I pensionati sono stufi di questo andazzo inverosimile
Vogliono rateizzare la corresponsione del TFS dicendo che, tanto, i lavoratori possono prendere i soldi dalle banche? Bene, che gli interessi li paghino loro! Lo stato può fare un accordo con le banche chiedendo di anticipare i soldi ai pensionandi in una unica soluzione, facendosi carico di restituirli dilazionati, come vorrebbero pagarli, con gli interessi! Semplice, accettabile e, se si lavora bene, anche sostenibile.
giusta risposta . Lo Stato puo emettere titoli di debito e salva i conti dell INPS
Buongiorno
Giusto Antonio pagassero Loro gli interessi dobbiamo bloccare tutta l’Italia penso che La sentenza uscirà negativa per i dipendenti pubblici!! Adesso stiamo in Pensione possiamo bloccare tutta l’Italia mi fa’schifo ESSERE ITALIANA!!! Non dobbiamo più subire da questi politici di…
……….non è vero che La legge è uguale per tutti!! I TRIBUNALI Sono politici!!!
Bravo Massimo, mi complimento per l’articolo, fatto veramente molto bene, completo e dettagliato.
E soprattutto hai evidenziato giustamente come la sistemazione dei conti pubblici non debba essere sempre a carico dei dipendenti dello stato.
Troppo facile intervenire sui soliti noti anzichè stanare gli evasori
Forse, come compromesso, potrebbe essere interessante adeguare la liquidazione ricevuta in ritardo al tasso di inflazione effettivo. Meno di così non si potrebbe non definirlo un furto di Stato.
Volevo aggiungere che in riferimento alla norma dell’autodichia i parlamentari e assimilati hanno la tassazione al 18%
I soldi del TFS già stati versati dal dipendente pubblico e non si capisce, neanche mettendoci tanta buona volontà , perchè un dipendente privato non abbia il nostro problema.
Hanno paura di non avere abbastanza fondi? Li chieda l’INPS alle banche e si faccia fare un contratto conveniente, non vedo perchè il dipendente pubblico ci debba anche rimettere il 4,5% sul dovuto!
E poi se una decisione dello Stato è illegale, perchè discriminatoria, è fatto obbligo alla Corte Costituzionale porvi rimedio, anche se gli avvocati di INPS e Stato piangono miseria
Se l’accantonamento al TFS o TFR si fosse effettuato regolarmente come avviene nel settore privato, ora non ci sarebbero problemi di questo genere ma, evidentemente la legge non è uguale per tutti.
Quello che infastidisce ancora di più e che Inps non liquida la prima tranche nemmeno dopo i 24 mesi e i 90 giorni che si prendono per istituire la pratica una vera e propria indecenza e vergogna
Noi ex dipendenti pubblici non abbiamo mai navighato nell’oro, tantomeno ora da pensionati. Almeno lasciateci godere questa vecchiaia in modo decente. Le casse dell’INPS non possono mantenersi sulle spalle dei solo pensionati.
È una vergogna! Si sa che la retribuzione pensionistica non è come lo stipendio, soprattutto per coloro che vanno in pensione solo per età ; un periodo della vita dove le esigenze per salute, sono maggiori e la sanità non risponde alle richieste, a meno che non sia nulla tenente, non ti danno la liquidazione? Perché non possiamo godete subito di quanto ci spetta? Forse sarebbe il caso davvero di scendere tutti in piazza!!! Troppo silenzio!!!
Sta a vedere che alla fine non cambierà nulla. Nulla.
non penso che la decisione sarà a favore dei dipendenti pubblici, purtroppo sappiamo lamentarci solamente sui social, ma i sindacati dei pensionati dove mensilmente versiamo la quota associativa, cosa stanno facendo?
I dipendenti pubblici il giocattolo che non si rompe mai con cui giocare. Quelli già in pensione, hanno aspettato il proprio Tfs, fino a tre anni , con l’ ulteriore rateizzazione, che distoglie da qualsivoglia iniziativa, pur essendo i pensionati giunti , collocati in pensione nelle varie forme previste, l’ ultima la riforma Fornero, il combinato disposto Monti/Fornero, trattamento piu’ studiato al riguardo.. Proprietari di somme dal giorno che segue la scadenza del proprio lavoro. Anche se per intero le somme dovute , sono erose dalla svalutazione che e’ il farmaco sempre in corso che non scade mai.Bella decisione da prendere, con la pistola sul tavolo, che ha già fatto una vittima, il presidente del’ Inps professor Tridico. Chi vivrà, vedrà, a parte le vittime del Covid, che con tutto rispetto hanno contribuito al risparmio dei conti pubblici.
Meditate sugli arretrati dell’ultimo contratto, non avevano i soldi x arretrati, dopo pochi giorni il tar del Lazio ha detto ok x contratto ma niente arretrati , troppi soldi…….! Il prossimo a finire sul tar sarà il nostro tfs , temo realmente di perdere tutto, tra me e mia moglie pensionati nel 2021 attendiamo 85 anni e 5 mesi di liquidazione…… penso solo sia una vergogna
La liquidazione sono soldi dei lavoratori messi da parte e presi dallo stipendio…è una vergogna che gente che ha lavorato e ha pagato fino all’ ultimo centesimo di tasse direttame te prelevare dalla busta paga non possa avere i.supu soldi…tante donne che si sono licenziate per badare ai figli,per mettere su un attività invece di essere aiutate come al solito vengono denigrate…VERGOGNA…
Io debbo aspettare oltre 12 anni per vedere i MIEI soldi o pagare una tangente di 6000 euro all’INPS e una vergogna
Come già ribadito da altri, questa volta non deve rimanere un mugugno tra poveri….mi chiedo se il Sindacato dei pensionati ha già in mente qualche iniziativa in merito.
Se l’INPS non ha i soldi per pagare subito il tfs a tutti i suoi dipendenti che riconosca almeno un minimo di interesse oltre all’inflazione sulle somme che forzosamente trattiene invece di far pagare i pensionati per avere per tempo i propri soldi.
Diversamente è una vero arricchimento ai danni dei pensionati statali.
Invece di migliorare la qualità della vita dando i soldi che spettano ai dipendenti pubblici (la liquidazione), i manager pubblici ritardano a consegnarlo considerano quel denaro una loro proprietà da gestire. Al dipendente pubblico a differenza di quello privato, durante la carriera lavorativa, non spetta nemmeno un anticipo sulla liquidazione. Si aspetta una data in cui il dipendente è vecchio o magari non ci sarà più e chi lo sa il dopo… Magari nessuno reclama la liquidazione.
Io dopo 7 mesi non riesco ad avere neanche la quantificazione del TFS ( entro 90 gg.!!!.)
Be io sono ben due anni che aspetto la quantificazione TFS, tanto che a marzo ho fatto una nuova domanda, 90 giorni…. Che presa per i fondelli.
I dipendenti pubblici sono quelli che hanno versato regolarmente fino all’ultimo centesimo le tasse per tutta la vita lavorativa, è profondamente ingiusto il trattamento di fine rapporto a loro riservato una volta in pensione! BASTA QUESTA INGIUSTIZIA DEVE FINIRE! Andate a prendere i soldi da chi evade e ridateci i soldi che abbiamo versato!!
Siamo al di fuori di ogni possibile giustificazione. Si tratta di soldi versati da ogni dipendente pubblico durante la sua attività di lavoro. Dopo quaranta anni è giusto e legittimo percepire il tfr. Non sono valide le scuse del controllo del debito pubblico. Tutti i cittadini, indistintamente, sono tenuti a rispettare la norma sul rinvio di cinque anni per l’erogazione del tfr, non soltanto i dipendenti dello Stato! La Corte Costituzionale lo sa e deve essere decisa nel sancire l’erogazione immediata.
E’ paradossale rilevare come una decisione sulla illegittimità del differimento venga intanto essa stessa differita.
Vergogna tutta italiana. C’e’ poco da stare allegri. Come al solito, la Corte Costituzionale, attraverso una sentenza di c.d. “mezza misura”, sosterrà di sicuro gli interessi di uno pseudo Stato che, da sempre, maltratta i Lavoratori che lo rappresentano (vedi il caso dei contratti pubblici: dopo tanti anni di mancati rinnovi, la medesima Corte ha confermato il diritto ai rinnovi, si badi bene, solo per il futuro; mentre, per gli anni precedenti la sentenza: arrivederci arretrati e grazie, con grave impoverimento delle retribuzioni!
I dipendenti pubblici costituiscono, come noto, la tessera bancomat dello Stato, a cui ricorrere per frodare tutte le loro aspettative retributive e di valorizzazione professionale.
L’aspetto maggiormente raccapricciante della questione è che, per il TFS, i dipendenti pubblici versano una contribuzione mensile per poterne fruire; mentre, per il TFR, i dipendenti privati non versano alcunché, con la differenza che questi ultimi ottengono il pagamento di quanto dovuto, com’è giusto che sia, nell’immediato. I Lavoratori pubblici, invece,ottengono il pagamento differito del loro TFS, anche di molti anni, senza alcuna possibilità di richiederne un’anticipazione per gravi motivi; diritto, questo, riconosciuto solo in favore dei lavoratori privati. D’altra parte, come noto, i componenti della Corte Costituzionale sono nominati politicamente, per cui, da buon intenditor poche parole.
La Corte per sanare questa ingiustizia e discriminazione dovrebbe riconoscere il diritto dei Lavoratori pubblici ad ottenere immediatamente il pagamento del loro TFS; mentre lo Stato, che solo per costoro non ha mai risorse disponibili, dovrebbe eventualmente fare ricorso alle banche per anticipare il quantum dovuto, sostenendo in prima persona gli interessi. Ciò, a maggior ragione per il fatto che il TFS differito viene erooso sensibilmente per via dell’inflazione galoppante.
A parte il fatto che anche in caso di esito favorevole ai lavoratori l’INPS potrebbe comunque dilazionare i pagamenti in tempi ragionevoli. Chi è andato con la pensione anticipata la liquidazione la vede dopo quattro o cinque anni.
Dipendente pubblico in pensione dal 1 novembre 2020 con legge Fornero 43,2. Ad oggi sono passati 24 mesi + 3 mesi di istruzione pratica + 4 mesi di silenzio. Totale due anni e 7 mesi. Fatti personalmente diversi solleciti all’INPS e anche dal mio ufficio personale. Niente, nulla di nulla, silenzio totale. Chi si è pensionato con le quote lo sapeva che la trafila di 2 anni + 3 mesi sarebbe dovuta partire al reale raggiungimento dei requisiti Fornero e che quindi la sua liquidazione l’avrebbe vista con anni di ritardo, mentre io pensionato Fornero non capisco tutto questo ritardo ulteriore.
Come, il presidente, messo alla porta da questo governo, in un’intervista ha affermato che lascia l’Istituto con un bilancio in attivo, qui di non è affatto vero che i conti sono squassato.