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Statali, a luglio arriva l’emolumento una tantum

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Ci siamo. A luglio i lavoratori del comparto scuola riceveranno l’emolumento una tantum, compresi gli arretrati. Per quanto riguarda gli altri dipendenti pubblici, il bonus dovrebbe arrivare (sempre insieme agli arretrati) al più tardi ad agosto. Per l’una tantum, corrispondente a un incremento dello stipendio dell’1,5%, la legge di bilancio ha stanziato un miliardo di euro. A causa di una serie di intoppi burocratici, gli importi però non sono ancora stati erogati.

Le cifre

Per un dirigente scolastico l’aumento è pari 52,22 euro al mese. Considerati i sei mesi di arretrati, la somma totale che gli sarà accreditata nel cedolino di luglio ammonterà dunque a poco più di 365 euro. Un docente laureato con 28-34 anni di carriera che insegna in una scuola superiore di secondo grado incasserà il mese prossimo 296 euro complessivi. Un docente di scuola media con un’anzianità di servizio tra 15 e 20 anni ne riceverà 242. Per un docente della scuola primaria con alle spalle 21-27 anni di servizio, il bonus corrisponde a un incremento dello stipendio di 34 euro (a luglio avrà in busta paga 238 euro in più). Per un collaboratore scolastico con 35 anni di servizio l’una tantum vale 26,54 euro.

L’una tantum dell’1,5% riguarda tutto il personale pubblico ed è distribuita su tredici mensilità. Nei ministeri il bonus vale tra 52 e 66 euro per i dirigenti. Per quanto riguarda i funzionari, gli incrementi sono compresi tra 29 e 44 euro. Mentre per gli assistenti gli aumenti partono da 24 euro e arrivano fino a 31 euro. Infine, nel caso degli operatori il bonus corrisponde a circa 23 euro.

Il ministro

«Nel Documento di economia e finanza – ha detto nei giorni scorsi il ministro della Funzione pubblica Paolo Zangrillo – ho ottenuto un passaggio nel quale mi si riconosce la necessità di reperire le risorse per il rinnovo dei contratti. Mi auguro di avviare presto questa fase di rinnovo contrattuale». Per finanziare la nuova tornata contrattuale, che dovrà tenere conto di un’inflazione Ipca quest’anno al 5,9%, saranno necessari, solo per le amministrazioni centrali, 8 miliardi di euro, che al lordo degli effetti fiscali diventano 12 miliardi. Soldi che, spiega il Def, andranno trovati rafforzando i tagli alla spesa pubblica. Non è un’impresa semplice. Ecco perché se non verranno reperite le risorse è molto probabile, come suggerito dalla Corte dei Conti nella relazione sul coordinamento della finanza pubblica , che l’emolumento una tantum venga bissato nel 2024. «In attesa dei fondi per il rinnovo dei contratti scaduti nel 2021», si legge nel documento, «a fine anno si esaurisce l’una tantum da un miliardo (più 800 milioni negli enti locali e in sanità) che, per il solo 2023, ha offerto un aumento lineare dell’1,5 per cento agli stipendi nella Pa. A fronte delle elevate stime previste per il recupero dell’inflazione e del persistere della dinamica dei prezzi core oltre le attese, appare difficile non prevederne l’estensione».

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