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Sanità, ecco la “flat tax” per gli infermieri. Obiettivo: abbattere le liste di attesa in ospedale - PA Magazine

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Sanità, ecco la “flat tax” per gli infermieri. Obiettivo: abbattere le liste di attesa in ospedale

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Conferma del superamento del tetto di spesa per il personale sanitario a partire dal 2025, istituzione di una piattaforma nazionale per le liste d’attesa, visite ed esami anche nel fine settimana. Ed ancora: i Cup dovranno raccogliere tutte le prestazioni offerte da pubblico e privato convenzionato. Questi i punti principali del decreto legge per lo smaltimento delle liste di attesa.

Il provvedimento

Il decreto si snoda su 7 articoli. E la novità più ghiotta, dal punto di vista dei lavoratori, riguarda un’agevolazione fiscale. Per spingere il personale sanitario a restare più a lungo in corsia, viene introdotta una Flat tax. In pratica sugli straordinari sarà introdotta un’imposta sostitutiva del 15% sui compensi erogati ai dirigenti sanitari e al personale sanitario per le prestazioni aggiuntive svolte. L’obiettivo è quello di incentivare il personale a fare gli straordinari perché economicamente più convenienti e, di conseguenza, ridurre i tempi di attesa per i pazienti. In questo modo ci sarà un forte abbattimento rispetto alle tradizionali aliquote marginali dell’Irpef, che possono arrivare fino al 43 per cento.

L’obiettivo

In senso generale, la riforma punta a ridurre, appunto, le liste di attesa nel sistema sanitario nazionale dove, ad esempio, i tempi per un’ecografia all’addome nell’Azienda universitaria Friuli Centrale arrivano anche a 498 giorni, un anno e mezzo. Ma cosa cambia ora con la nuova legge? Cominciamo dai “Salta-Fila”: la norma dovrebbe garantire visite ed esami entro le scadenze di legge. Se al momento della prenotazione non c’è posto per la visita o l’esame in ospedale entro i tempi massimi stabiliti, l’Asl dovrà assicurare la prestazione nei tempi previsti in una struttura privata accreditata oppure dentro l’ospedale ricorrendo alla libera professione dei medici. Il paziente dovrà pagare il ticket ma non versare altri costi aggiuntivi. L’Osservatorio Welfare & Salute mostra le difficoltà nel rispetto, oggi, dei tempi previsti dalla legge: nella Asl Roma 4, ad esempio, solo il 17,8% delle ecografie all’addome si fanno entro i 10 giorni massimi di attesa; nella Marche meno della metà delle mammografie è garantito nei 4 mesi previsti; nella Asl Napoli 1 Centro appena il 14% delle visite oncologiche è erogato in 10 giorni.

Aperti la domenica

Visite ed esami anche di sera o nel weekend: il decreto prevede la possibilità di estendere al sabato e alla domenica le visite e gli esami nelle strutture sanitarie e anche di prolungare le fasce orarie in cui è possibile fissare gli appuntamenti. L’apertura straordinaria è prevista anche per i centri di trasfusione per garantire l’autosufficienza del fabbisogno di sangue. Altre novità in arrivo: prevista la creazione di un Cup a livello regionale o infraregionale, che includa sia gli erogatori pubblici che i privati convenzionati con l’elenco di tutte le agende e dei posti disponibili per ogni singola prestazione sanitaria. A oggi solo 13 Regioni hanno attivato Cup unici con un solo numero di telefono che i cittadini possono chiamare per prenotare visite. E ancora meno Regioni hanno unificato in una sola piattaforma le agende degli ospedali pubblici e dei privati convenzionati. Dal Cup i cittadini riceveranno una chiamata due giorni lavorativi prima della visita o dell’esame prenotato per confermare o cancellare l’appuntamento. Se non ci si presenta all’appuntamento senza aver effettuato la disdetta (tranne che per cause di forza maggiore) bisognerà pagare comunque il ticket. Infine spunta il monitoraggio nazionale delle attese. L’Agenas, Agenzia per i servizi sanitari, ha ora il compito di gestire una piattaforma delle liste di attesa nazionale che mira a migliorare l’accesso ai servizi sanitari per i cittadini e il personale medico. La piattaforma dovrebbe anche migliorare il monitoraggio e la misurazione delle prestazioni in lista di attesa su tutto il territorio italiano, sia per il sistema pubblico che per i privati. In sostanza sul sito si avrà un quadro puntuale e reale dei tempi di attesa per prestazione, regione per regione.

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