Salario minimo? Secondo un documento unitario del Cnel l’emergenza riguarda il 3 per cento dei lavoratori stabili. Le paghe sotto la soglia di emergenza si concentrano nei settori delle pulizie, della vigilanza (basti pensare al caso Mondialpol) e dell’assistenza agli anziani. Più nel dettaglio, sono circa 14 milioni i dipendenti tutelati da contratti collettivi nazionali frutto della negoziazione tra sindacati e aziende, mentre i cosiddetti contratti pirata interessano circa 387 mila lavoratori. Di questi, stando a quanto rilevato dall’ente guidato dall’ex ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, quelli in emergenza sarebbero circa 60 mila.
Corsa contro il tempo
La memoria che ricostruisce la situazione del mondo del lavoro povero e l’eventuale impatto del salario minimo è stata votata dai 65 componenti del Cnel. Ora ci sono 60 giorni di tempo per trovare le risposte sul salario minimo: la legge di bilancio per il 2024 è dietro l’angolo. Ma in attesa di vedere come si muoverà il Cnel di Brunetta, chiamato a elaborare una soluzione condivisa sul rafforzamento delle retribuzioni, e di conoscere le sorti del salario minimo in Italia, cresce la curiosità sull’aumento degli stipendi che un limite a 9 euro lordi apporterebbe. Facciamo l’esempio dei camerieri, che oggi possono contare su uno stipendio medio di 7,28 euro, che fanno circa 1.250 euro lordi al mese. Con un salario minimo a 9 euro ne guadagnerebbero al mese 1.548 (296 euro in più quindi).
L’indagine
Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è stato chiamato in causa perché ha rappresentanti dei corpi intermedi e detiene l’archivio dei contratti collettivi nazionali di lavoro. L’indagine del Cnel però non si limiterà al salario minimo contrattuale. Verranno prese in considerazione anche le mensilità aggiuntive, il tfr e i vari tipi di permessi, al fine di realizzare uno studio completo sui minimi retributivi tabellari dei contratti collettivi e un ulteriore approfondimento sulla retribuzione effettiva percepita. Insomma, lo scopo è definire con maggiore precisione il concetto del “lavoro povero”.
La proposta
Già nei mesi scorsi il presidente dell’ente, Renato Brunetta, aveva candidato il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, dove sono depositati i contratti collettivi e sono rappresentate le parti sociali, a fare da soggetto facilitatore. Una memoria presentata da Brunetta alla commissione Lavoro della Camera ha avanzato otto proposte per contrastare il cosiddetto lavoro povero. L’ex ministro ha sottolineato la necessità di un profondo e significativo coinvolgimento e confronto con le parti sociali e ha chiesto di affrontare la questione a monte, ovvero di provare a risolvere i problemi che ostacolano la crescita dei salari dei lavoratori, tra cui i ritardi nei rinnovi contrattuali aggravati dalla crescita del costo della vita e dall’elevato cuneo fiscale. Per Brunetta è altrettanto importante affrontare il nodo della bassa produttività e intervenire sul dumping contrattuale che rischia di impattare negativamente sulla qualità della contrattazione collettiva. Infine, il Cnel suggerisce di intervenire sui bassi salari dal lato della riforma fiscale e di favorire un pieno sviluppo a tutti i livelli della contrattazione, al fine di rispondere in maniera strutturale, con soluzioni di medio e lungo periodo, alle criticità emerse.
Il confronto
Sono 21 su 27 i paesi europei che hanno un salario minimo previsto dalla legge. Di questi però solo 6 (Lussemburgo, Olanda, Francia, Irlanda, Belgio e Germania) hanno un salario minimo sopra i 9 euro l’ora. Gli altri 15 paesi europei hanno salari minimi fissati dalla legge inferiori ai 7 euro orari. La Spagna non va oltre i 6,06 euro l’ora, mentre il Portogallo ha fissato l’asticella a 4,25 euro l’ora e la Grecia a 3,83 euro l’ora.