Rottamazione quater: solo la metà dei contribuenti ha onorato le rate fiscali creando un problema ai conti pubblici e adesso il governo riflette sulla possibilità di una nuova sanatoria. L’appuntamento in cassa per la quarta rata dell’agevolazione collegata alle cartelle esattoriali si è chiusa il 5 giugno scorso con un mezzo flop. Il governo confidava in un incasso di 300 milioni, ma il gettito si è fermato a quota 200. In pratica si è aperto un buco di 100 milioni.
Cosa non sta funzionando
Occorre ricordare che con la Rottamazione quater è possibile sistemare i debiti tributari relativi al periodo 2000-2022 onorando (fino a 18 comode rate) tutte le tasse arretrate ma godendo della cancellazione di sanzioni e interessi. L’offerta è piuttosto vantaggiosa ma, numeri alla mano, ogni volta che si apre una finestra per i versamenti, qualche migliaia di contribuenti salta l’appuntamento con il fisco concordato nel giugno 2023. Secondo le stime del governo quasi la metà di chi aveva stretto un patto con l’Agenzia delle Entrate la scorsa estate ha violato il piano di rientro esponendosi così al rischio di vedersi recapitare una nuova richiesta di pagamento. Ma questa volta in un’unica soluzione e con tutto il carico degli oneri accessori. Così prevede la legge, tuttavia all’interno della maggioranza in pochi hanno voglia di affondare il colpo contro i morosi incalliti. Così, secondo quanto filtra da ambienti di governo, si ragiona appunto su una nuova sanatoria.
L’ipotesi
Le prime 4 rate della Rottamazione quater hanno assicurato un gettito di 3,2 miliardi (2,1 in meno rispetto alle previsioni) e così si sta studiando un meccanismo per concedere una ulteriore proroga per “recuperare” chi non ha pagato. Ma anche chi non aveva aderito e ora punta a ravvedersi. È il desiderio, in particolare, della Lega di Matteo Salvini, che però al momento si scontra contro le perplessità del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Occorre ricordare che già a fine marzo, infatti, era stato concesso un piano di recupero per far rientrare a bordo chi aveva mancato le prime due rate. Dunque quella chance potrebbe spuntare nuovamente. Occorre ricordare che, con la Rottamazione quater, c’è la possibilità di regolare le cartelle esattoriali relative al periodo 2000-giugno 2022. La norma prevede un versamento unico (privo di interessi) oppure in un numero massimo di 18 rate (5 anni) consecutive, di cui le prime due, con scadenza, come ricordato, il 31 ottobre e il 30 novembre 2023. Le restanti rate, ripartite nei successivi 4 anni, andavano saldate il 28 febbraio e il 31 maggio scorso. Le restanti il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2025. La prima e la seconda rata erano di entità pari al 10% della somme complessivamente dovute a titolo di definizione agevolata, le restanti rate invece saranno di pari importo. Il pagamento rateizzato prevede l’applicazione degli interessi al tasso del 2% annuo, a decorrere dal 1° novembre 2023. Per pagare i moduli allegati alla “Comunicazione delle somme dovute” della definizione agevolata, oltre al servizio “Pagaon-line”, è possibile utilizzare i canali telematici delle banche, di Poste Italiane e di tutti gli altri prestatori di servizi di pagamento aderenti al nodo pago Pa. In alternativa, è attivo il nuovo servizio di domiciliazione bancaria disponibile nella sezione “definizione agevolata” in area riservata, che consente di attivare o revocare l’addebito diretto delle rate sul conto corrente, anche intestato ad altro soggetto se autorizzato.
La Rottamazione quater riguarda tutti i carichi affidati all’Agente della riscossione nel periodo ricompreso tra il 1°gennaio 2000 e il 30 giugno 2022 inclusi quelli contenuti in cartelle non ancora notificate; interessati da provvedimenti di rateizzazione o di sospensione; già oggetto di una precedente misura agevolativa (la cosiddetta Rottamazione e/o saldo e stralcio), anche se decaduta per il mancato, tardivo, insufficiente versamento di una delle rate del precedente piano di pagamento. Sono invece escluse le somme dovute a titolo di recupero degli aiuti di Stato; crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei conti; multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze passate in giudicato