Mentre nel mondo si diffonde – non senza polemiche – l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per garantire il riconoscimento facciale anche nei luoghi pubblici, in Europa e in Italia si alzano barriere. Grazie a una norma inserita nel decreto Enti, recentemente convertito in legge, si è prolungata di altri due anni la moratoria sull’introduzione del riconoscimento facciale nelle pubbliche amministrazioni. Ergo: fino al 2026 – almeno – in Italia il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici (tramite telecamere e scanner) rimane vietato, tranne che per l’uso delle forze armate e di polizia.
La moratoria
La moratoria vieta assolutamente di installare sistemi di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici, nei negozi o sui cartelloni pubblicitari. Non prevede alcuna eccezione, “salvo che si tratti di trattamenti effettuati dall’autorità giudiziaria nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali nonché di quelle giudiziarie del pubblico ministero”.
Il riconoscimento facciale
Il riconoscimento facciale è una tecnica biometrica ideata per identificare in modo univoco una persona confrontando e analizzando modelli basati sui suoi “contorni facciali”. La tecnologia è la stessa con la quale sblocchiamo il nostro iPhone o la nostra app di archiviazione di foto ci riconosce in ogni scatto che ci ritrae. Solo che ora, grazie allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, si sta diffondendo nel mondo l’utilizzo del riconoscimento facciale in ambiti pubblici, ad esempio per trovare più facilmente un ladro, grazie all’incrocio con vere e proprie banche dati ‘facciali’, gestite da privati. La prospettiva futura potrebbe essere una realtà in cui siamo tutti “schedati”.
I paletti europei
Il Parlamento europeo ha preso una posizione ufficiale contro l’uso dei sistemi di riconoscimento facciale al fine di tutelare il rispetto della privacy, della dignità umana ed evitare pratiche discriminatorie, con una risoluzione con cui ha chiesto alla Commissione europea di vietare il riconoscimento biometrico negli spazi pubblici, l’uso di banche dati private, e di interrompere qualunque finanziamento diretto alla “ricerca e allo sviluppo di tecnologie biometriche o di programmi che possano portare alla sorveglianza di massa indiscriminata degli spazi pubblici”. Inoltre, i deputati si sono opposti anche a qualunque altro sistema di sorveglianza predittiva, come quelli che analizzano i comportamenti delle persone, i sistemi di punteggio sociale o altri strumenti biometrici di identificazione.
In Italia
L’Italia nel 2021 ha introdotto una moratoria sui sistemi di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici fino al 2023, diventando il primo Paese dell’Unione europea ad averlo fatto. Ora, con il decreto Enti, questa moratoria viene appunto estesa fino al 31 dicembre 2025 grazie a un emendamento del Pd. La proroga della moratoria, sulla quale il Governo si è rimesso alla commissione al momento del voto, è un po’ la risposta ad esempio al ministro dell’Interno Piantedosi che aveva ipotizzato di utilizzare il sistema di riconoscimento facciale come strumento antistupro nei luoghi pubblici come ospedali, stazioni e centri commerciali; o ad alcuni sindaci, che nei mesi scorsi avevano tentato di impiantare sistemi di videosorveglianza, dotati di riconoscimento facciale, nelle loro città, scontrandosi con l’opposizione del Garante della Privacy.