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Pensioni, una Quota 41 per 30mila dipendenti pubblici - PA Magazine

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Pensioni, una Quota 41 per 30mila dipendenti pubblici

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Una Quota 41 per 30 mila statali e 70 mila dipendenti del privato. Il governo ha fatto i calcoli ed è questa la platea di beneficiari stimata per lo scivolo attualmente allo studio, soluzione anti-Fornero cara alla Lega, che potrebbe essere calato a terra con la prossima manovra per permettere, nel 2025, ai dipendenti pubblici (e non) di uscire dal lavoro con due o tre anni di anticipo rispetto ai limiti previsti dalla riforma previdenziale di montiana memoria. Come già spiegato su PaMagazine in precedenti articoli, una Quota 41 “pura”, con il calcolo misto retributivo-contributivo, costerebbe allo Stato 4 miliardi nel 2025 e ben 9 miliardi a regime. Soluzione eccessivamente onerosa, che metterebbe a rischio gli equilibri finanziari e che perciò è stata presto accantonata. Rimane in piedi, invece, l’ipotesi di una Quota 41 basata sul calcolo dell’assegno sul solo sistema contributivo, sistema che determina l’importo della pensione sulla base della quantità di contributi versati. Con il sistema contributivo, però, l’assegno pensionistico risulterebbe notevolmente inferiore per coloro che dovessero decidere di uscire dal lavoro approfittando di un eventuale Quota 41. Di quanto inferiore? Anche del 20 per cento.

Conti in rosso

La sostenibilità delle pensioni future è a rischio. Lo ha detto anche il presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps nei giorni scorsi. Uno degli aspetti di maggiore preoccupazione per gli equilibri futuri del sistema previdenziale è rappresentato dalla crescita del numero dei pensionati in rapporto ai lavoratori attivi, e dall’inversione della cosiddetta “piramide di età”, ha spiegato Roberto Ghiselli. La situazione patrimoniale dell’Inps rischia di passare dai +23 miliardi nel 2023 a -45 miliardi nel 2032. Con risultati di esercizio negativi in peggioramento da -3 miliardi a -20 miliardi. «Questi numeri si riferiscono però a uno scenario di medio e lungo periodo che potrebbe prendere forma solo in assenza di efficaci politiche di contrasto», ha chiarito l’Inps.

La situazione

Nel frattempo, la spesa per le pensioni dei dipendenti pubblici ha superato la soglia dei 90 miliardi di euro. All’inizio dell’anno l’importo medio degli assegni risultava pari a 2.209,70 euro, in aumento di 147 euro rispetto al 2023. L’Osservatorio dell’Inps ha registrato una crescita della spesa previdenziale per gli statali dell’8,2% nell’ultimo anno. Le pensioni della Gestione dipendenti pubblici, al 1° gennaio 2024, erano 3.137.572, in aumento dello 0,9% sull’anno precedente. Il 59,7% del totale dei trattamenti pensionistici è erogato a ex lavoratrici. Il maggior numero delle prestazioni è concentrato nelle regioni settentrionali, con il 41% del totale nazionale.

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