Di quanto aumenteranno (se aumenteranno) le pensioni minime nel 2024? Meno del previsto, stando alle ultime indiscrezioni sulla legge di Bilancio. L’obiettivo di Forza Italia, che ha fatto degli aumenti delle minime una sua bandiera, è di portarle a mille euro entro la fine della legislatura, dunque non più tardi del 2028. Ma al momento le priorità del governo sul fronte previdenziale sono altre: prima tra tutte evitare di andare a scontrarsi a gennaio contro l’iceberg del ritorno alla Fornero, riconfermando Quota 103 per un altro anno. Risultato? Forza Italia, che per dare un segnale voleva portare le pensioni minime a 700 euro già a partire dal prossimo anno, ora sembra disposta ad accontentarsi di qualcosina in meno. Al momento si parla di 670 euro. Ma non è nemmeno escluso un incremento ancora più light nel 2024, per portare le minime a 650 euro.
Aumenti precedenti
Il governo Meloni ha già aumentato, con l’ultima legge di Bilancio, le pensioni minime, nella misura dell’1,5% nel 2023, che diventa il 6,4% per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni. L’importo minimo provvisorio della pensione nel 2023 è pari a 563,74 euro, una cifra che maggiorata dell’1,5% arriva a 572,20 euro e a 599,82 euro in caso di incremento del 6,4%. Attenzione però perché parliamo di aumenti di carattere transitorio ed eccezionale che si riferiscono esclusivamente alle mensilità relative agli anni 2023 e 2024.
Le priorità
In legge di bilancio gli investimenti in previdenza difficilmente supereranno quest’anno la soglia dei tre miliardi. La coperta è corta al punto che il governo si ritrova costretto a doversi accontentare della conferma di Quota 103 (uscita dal lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi) per evitare il ritorno alla legge Fornero. Verrà riconfermata anche l’Ape sociale per i lavoratori che si trovano in una situazione di disagio, mentre sono previsti aggiustamenti per Opzione donna (l’obiettivo è di allargare la platea a tutte coloro che hanno 35 anni di contributi ma l’età minima potrebbe essere alzata). Nel 2023 le uscite dal lavoro realizzate con “quota 103” sono state poco più di cinquemila (con le precedenti quote, 100 e 102, sono uscite dal lavoro quasi mezzo milione di persone).
L’ipotesi della staffetta
Con il passare dei giorni sta prendendo sempre più quota poi il progetto della staffetta generazionale. Una forma di pensionamento “part time” aperta a coloro che sono vicini all’età pensionabile: si parla di 2-4 anni. In pratica con questo meccanismo si consentirà al pensionato di continuare a lavorare per parte della settimana: così continuerebbe a ricevere un pezzo di stipendio oltre all’assegno pensionistico. Con la staffetta generazionale ogni uscita dovrà portare però all’assunzione agevolata di un under 35, a cui il pensionato part-time insegnerà il mestiere, trasmettendogli il proprio know how quando è in ufficio. Nei giorni scorsi il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha confermato che la norma sarà inserita nella prossima manovra.
Il rapporto
Alla fine del 2022, racconta il rapporto annuale dell’Inps, i pensionati in Italia erano 16,1 milioni, un numero di poco superiore a quello del 2021, di cui 7,8 milioni uomini e 8,3 milioni donne. L’importo complessivamente erogato è stato pari a 322 miliardi di euro. Il 96% dei pensionati percepisce una pensione Inps, con un reddito lordo mensile medio pari a 1.687 euro. L’età media al pensionamento è cresciuta negli ultimi dieci anni: quella degli uomini è passata da 62 a 64,2 anni, mentre quella delle donne da 61,3 a 64,7.