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Parte l'assegno unico per i figli (anche per i dipendenti pubblici) - PA Magazine

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Parte l’assegno unico per i figli (anche per i dipendenti pubblici)

4 minuti di lettura
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Conto alla rovescio per l’assegno unico per i figli, il beneficio per lavoratori privati e pubblici calato a terra dal governo. Si apre infatti a luglio (per chiudersi il 30 settembre) la finestra temporale utile per fare domanda della nuova misura destinata ad assorbire tutti i meccanismi di sostegno alle misure di sostegno alla genitorialità (tra cui gli assegni natalità e il premio alla nascita) attualmente in vigore nella legislazione italiana. 

La platea

Due milioni le famiglie potenzialmente interessate in questa prima fase transitoria che, per tutto il 2021, garantirà un assegno temporaneo (“assegno ponte”) destinato alle famiglie con figli minori che non abbiano diritto ai vigenti assegni per il nucleo familiare. Il modulo per l’assegno unico sarà on line sul sito dell’Inps fra poche ore (per fare l’istanza è sufficiente il codice fiscale, oltre ai dati anagrafici) ma, ha garantito il presidente dell’istituto di previdenza, Pasquale Tridico, chi farà domanda entro due mesi avrà diritto al riconoscimento degli arretrati a partire dal 1° luglio. 

Gli importi

Secondo i calcoli dell’Istat, l’importo medio dell’assegno sarà di a 962 euro, mentre quello della maggiorazione degli assegni familiari arriverà a 377 euro. L’istituto di statistica prevede che il 5,5% delle famiglie italiane incasserà il beneficio. Occorre ricordare che per accedere all’assegno “ponte”, il nucleo familiare deve essere in possesso di un Isee inferiore a 50 mila euro annui, essere domiciliato o residente (da almeno 2 anni anche non continuativi) in Italia e avere i figli a carico under 18 anni. L’assegno viene corrisposto per ciascun figlio minore in base al numero dei figli stessi e alla situazione economica della famiglia attestata dall’Isee. In particolare, gli importi risultano decrescenti al crescere del livello dell’Isee. 

Le simulazioni

Se nel nucleo sono presenti più di due figli, l’importo unitario per ciascun figlio minore viene maggiorato del 30% e per ciascun figlio minore con disabilità, inoltre, gli importi sono maggiorati di 50 euro. Ad esempio: per ciascun figlio, nel caso di Isee fino a 7mila euro, si avrà diritto a un assegno di 167,5 euro a figlio al mese, dimezzato a 83,50 euro al mese a figlio intorno ai 15 mila euro di Isee. Fino a 30 euro al mese per figlio con Isee intorno ai 40 mila euro, stabile a 30 euro fino a 50 mila euro di Isee, valore oltre il quale si annullano i benefici. Ogni importo è riferito a un solo figlio, dunque l’importo finale che forma l’assegno è dato dall’importo a cui si ha diritto moltiplicato per il numero dei figli. 

Le risorse

Molto eterogenea la platea delle famiglie interessate: soggetti inattivi, percettori di reddito di cittadinanza, lavoratori autonomi, ma anche dipendenti oggi tagliati fuori dagli assegni per ragioni di reddito familiare. A questi nuclei va 1 miliardo e 580 milioni dei 3 miliardi a disposizione. L’altra metà delle risorse è destinata a 4 milioni di famiglie che già incassano gli assegni familiari (lavoratori dipendenti). In attesa del nuovo regime che farà pulizia di detrazioni e assegni, questi nuclei avranno a partire da luglio una maggiorazione di 37,5 euro al mese per figlio nel caso di famiglie con uno o due figli. E 70 euro in più per figlio per quelle con 3 o più figli.

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