Assume contorni più nitidi la riforma delle carriere della Pubblica amministrazione alla quale sta lavorando il ministro Paolo Zangrillo. Spazio alle promozioni senza concorso. Almeno il 20 per cento dei posti vacanti a livello annuale per posizioni dirigenziali sarà assegnato ai funzionari più meritevoli, selezionati sulla base di un’adeguata procedura di valutazione della performance. Un altro 15 per cento dei posti dovrebbe essere riservato ai funzionari che decidono di spostarsi da un’amministrazione a un’altra. Ma la riforma prevede anche altre novità di rilievo, come l’erogazione ai dipendenti pubblici di un bonus produttività. Il bonus arriverà in busta paga dopo il primo nuovo ciclo di valutazione della prestazione.
Tetto agli stipendi
Intanto continua a far discutere il possibile nuovo tetto agli stipendi dei manager della Pa. Il governo vuole abbassarlo a 160mila euro. Chiunque oggi guadagna 240 mila euro rischia quindi in futuro di percepirne 160 mila, circa 80 mila netti. La misura non colpirebbe solo i dirigenti apicali, ma una parte consistente anche delle “seconde fasce”. La Pubblica amministrazione, in questo modo, potrebbe risultare ancora meno attrattiva. Il primo a inserire un tetto alle retribuzioni dei manager della Pa è stato Mario Monti con il decreto Salva-Italia. Il limite inizialmente stabilito era di 311 mila euro lordi l’anno. Il governo Renzi lo ha abbassato poi a 240 mila euro, estendendolo anche ai manager delle società pubbliche (a eccezione di quelle quotate in Borsa).
Sanità
Sulla sanità i conti non tornano. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parla di uno stanziamento di 6,4 miliardi in due anni, di cui 2,37 miliardi nel 2024. Ma la Fondazione Gimbe non ci sta: «Stando al Documento programmatico di bilancio, le risorse destinate alla sanità sono pari a 0,86 miliardi di euro nel 2025, a 3,1 miliardi nel 2026 e a 0,17 miliardi nel 2027». Nel Documento programmatico di bilancio il valore delle misure che verranno messe in campo con la manovra è espresso in rapporto al Prodotto interno lordo. Le misure a favore dela sanità valgono lo 0,04 per cento del Pil nel 2025 e lo 0,148 per cento del Prodotto interno lordo nel 2026.
Manovra al rush finale
Lunedì la manovra approderà in parlamento, ha confermato il ministro Giorgetti. L’obiettivo è quello di ottenere il sì definitivo del parlamento entro il 23 dicembre. Molto dipenderà dal numero e dalla gestione degli emendamenti. La legge di bilancio garantirà ai dipendenti pubblici un aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici del due per cento l’anno per un triennio. Mentre per i contratti 2022-2024 è previsto un ulteriore scudo contro l’inflazione dello 0,22 per cento.
E immagino che questa nuova fantasmagorica produttività vwrrà pagata senza maggiori spese per cui togliendo soldi dalla produttività dei colleghi vero?