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Pa, faro della Corte dei Conti sulle performance: obiettivi poco sfidanti e premi per tutti

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Premi a pioggia nelle Pa centrali e addio alla corretta valutazione delle performance. Secondo quanto rilevato dalla Corte dei Conti, nei ministeri, dal 2020-2022, sono stati assegnati al personale obiettivi troppo semplici da raggiungere. La Corte dei Conti parla di «insufficiente efficacia del sistema di misurazione e valutazione, inidoneo a determinare in maniera uniforme e pienamente adeguata la qualità delle prestazioni dei dipendenti pubblici». E, ancora, sottolinea che la valutazione del lavoro dei dipendenti pubblici è «poco efficace» con «l’appiattimento verso l’alto delle valutazioni del personale» e «la conseguente attribuzione di premialità senza adeguati presupposti meritocratici». L’intervento della magistratura contabile chiaramente ha generato un certo disappunto nel ministro della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, non perché direttamente chiamato in causa (il ministro è arrivato a Palazzo Vidoni alla fine del 2022) ma perché la valorizzazione del merito è una delle leve su cui sta puntando maggiormente per rilanciare la Pa.

La bocciatura

«Il controllo eseguito sulle premialità riconosciute ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni centrali nel triennio 2020-2022 – scrive più nel dettaglio la Corte – evidenzia la diffusa indicazione di obiettivi particolarmente bassi e autoreferenziali, oltre alla scelta di indicatori di performance poco sfidanti».

L’analisi che ha condotto la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato si è concentrata sull’effettività del Sistema di misurazione e valutazione della performance dei dipendenti pubblici. Il Smvp è lo strumento metodologico, introdotto nel 2009, che ciascuna amministrazione pubblica predispone in funzione del ciclo della performance: viene aggiornato annualmente, adeguandolo a specifiche esigenze della propria organizzazione. Come detto, secondo la Corte dei Conti il sistema di misurazione e valutazione è «inidoneo a determinare in maniera uniforme e pienamente adeguata la qualità delle prestazioni dei dipendenti pubblici».

Uno strumento uguale per tutti

Se la logica istitutiva degli organismi indipendenti di valutazione, ha fatto poi notare la magistratura contabile, è legata all’unificazione dei compiti prima svolti dai servizi o dagli uffici di controllo interno delle Pa e all’uniformazione delle modalità di verifica delle prestazioni, «l’assenza nell’attuale sistema di parametri realmente omogenei è un rischio di allontanamento dagli scopi ispiratori della norma».

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