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Pa, ecco i dossier aperti che attendono il governo al rientro dalle ferie

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Sono diversi i dossier aperti che riguardano la Pubblica amministrazione e che attendono il governo al rientro dalle ferie. Si va dai rinnovi dei contratti degli statali (le risorse necessarie per avviare le trattative troveranno spazio nella prossima legge di bilancio?) alla liquidazione del Tfr-Tfs, dal taglio del cuneo (che il governo punta a rendere strutturale per i dipendenti pubblici e privati) al salario minimo (una questione che, come spiegato da Antonio Satta nell’articolo pubblicato su PAMagazine e consultabile a questo link, riguarda anche lo Stato inteso come datore di lavoro). Infine, c’è da affrontare il tema dello smart working agevolato per i fragili, che nel pubblico (e nel privato) è stato prorogato solo fino al 30 settembre.

La manovra

Il ministro della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, in queste settimane ha ribadito più volte il concetto: «Il prossimo rinnovo contrattuale sarà una priorità della legge di bilancio». Però ha anche iniziato a mettere le mani avanti: «Con i rinnovi non si potrà recuperare del tutto l’inflazione». Secondo alcune stime, per far partire le trattative servono 5 miliardi nella prossima legge di bilancio e 6 in quella successiva. Per confermare invece anche nel 2024 il taglio del cuneo a beneficio dei lavoratori dipendenti fino a 35 mila euro di reddito lordo occorrono 12 miliardi di euro. I dipendenti pubblici gestiti tramite il sistema NoiPA che beneficiano della decontribuzione del 6% sono circa 860.000, mentre per circa 335.000 lo “sconto” arriva al 7%.

Tfs-Tfr

Sono passati ormai due mesi dalla sentenza con cui la Consulta ha bocciato la norma che autorizza il pagamento differito della liquidazione agli statali. Per i giudici, infatti, la retribuzione per poter essere ritenuta giusta deve essere tempestiva oltre che adeguata. Ma la Corte costituzionale ha rimandato la palla nel campo del Parlamento, a cui è stato chiesto di rimuovere «gradualmente» il differimento. Il governo, che non ha le risorse per pagare subito il Tfs-Tfr a tutti gli statali in attesa, sta perciò vagliando una serie di possibili soluzioni. Una di queste prevede che sia lo Stato a farsi carico in futuro degli interessi applicati dalle banche sugli anticipi del Tfs-Tfr ai dipendenti pubblici. Oggi uno statale cessato dal servizio paga anche più di duemila euro per 45 mila euro di prestito.

Salario minimo e fragili

Di salario minimo si riprenderà a parlare seriamente a fine settembre. Il tema è tornato al centro dell’attenzione prima di Ferragosto, dopo l’incontro tra Giorgia Meloni e gli esponenti dell’opposizione. La premier ha fissato un termine di sessanta giorni per predisporre una proposta su salari bassi e lavoro povero, coinvolgendo il Cnel di Brunetta. Come detto, la questione interessa anche la Pa. Infatti, in molti dei servizi che lo Stato esternalizza (si pensi per esempio ai servizi di vigilanza) si riscontrano salari minimi inferiori alla soglia dei 9 euro l’ora. E nelle prossime settimane si riprenderà a discutere anche di smart working: il lavoro agile semplificato per i fragili del pubblico e del privato ha infatti in giorni contati. Il decreto Lavoro ha prorogato al 30 settembre il diritto di svolgere la prestazione lavorativa da remoto per i dipendenti che soffrono di determinate patologie. Per i lavoratori dipendenti del settore privato con almeno un figlio minore di anni 14 il diritto allo smart working semplificato scadrà invece alla fine dell’anno.

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