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Pa, arriva l’indennizzo per i precari storici: fino a 24 mensilità

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Arriva l’indennizzo per i lavoratori precari della Pa. Il decreto Salva Infrazioni, in risposta alla procedura di infrazione avviata da Bruxelles nel 2019, modifica l’art.36, comma 5, del Testo unico del pubblico impiego, prevedendo un’indennità, in caso di abuso di contratti a termine, che va da un minimo di 4 a un massimo di 24 mensilità. Nella commisurazione dell’indennità si terrà conto della «gravità della violazione anche in rapporto al numero dei contratti in successione intervenuti tra le parti e alla durata complessiva del rapporto».

La procedura d’infrazione

Dopo aver avviato la procedura di infrazione nel luglio 2019, la Commissione europea il 19 aprile del 2023, poco più di un anno fa, ha inviato all’Italia un parere motivato con cui evidenziava che la normativa italiana non preveniva né sanzionava in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico. La soluzione individuata dal governo per sanare la procedura di infrazione stabilisce, come detto, un’indennità nella misura compresa tra un minimo di quattro e un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto. Il vecchio comma 5 del Testo unico del pubblico impiego al contrario non diceva nulla sulla quantificazione dell’indennità, limitandosi a disciplinare l’obbligo per le amministrazioni di recuperare dai dirigenti responsabili le somme pagate a titolo di risarcimento del danno qualora la violazione fosse dovuta a dolo o colpa grave.

I dipendenti interessati

Attenzione però perché la violazione di disposizioni imperative riguardanti l’assunzione o l’impiego di lavoratori da parte delle pubbliche amministrazioni non può comportare la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con le pa. I precari storici della Pubblica amministrazione sono soprattutto insegnanti e personale Ata della scuola, operatori sanitari, lavoratori del settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e del settore operistico, personale degli istituti pubblici di ricerca, lavoratori forestali e volontari dei vigili del fuoco nazionali. Tra il 2011 e il 2020 nel pubblico sono aumentati vertiginosamente i contratti a tempo determinato (+145mila). Si stima che i precari nella pubblica amministrazione siano più di 400mila.

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