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Nella Pa il lavoro in presenza torna ordinario

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Addio lavoro agile. Arrivata la firma del premier Mario Draghi sul decreto della presidenza del Consiglio che sancisce il ritorno al lavoro in presenza inteso come modalità ordinaria di svolgimento dell’attività. È il primo passo verso il progressivo rientro in ufficio degli statali, che prenderà il largo a partire dal 15 ottobre grazie all’estensione dell’obbligo di green pass. Ma i dipendenti pubblici sono divisi. Il 39 per cento, per esempio, chiede forme di lavoro ibride.

Statali divisi

Gli statali impiegati da remoto sono stati circa 1,5 milioni durante la pandemia. Secondo il sondaggio firmato Swg, realizzato tra il 15 e il 17 settembre su un campione di 800 persone, il ritorno al lavoro in presenza è visto positivamente dal 53 per cento dei lavoratori pubblici, perché assicurerebbe più produttività e ridurrebbe il senso di isolamento dei dipendenti. Il 19 per cento degli intervistati giudica negativamente il brusco addio al lavoro agile. Parteggia per le forme ibride (lavoro in presenza e da remoto a giorni alterni) il 39 per cento. Il 10 per cento, uno statale su dieci, aspirerebbe allo smart working totale.

Limiti e vantaggi

Più in generale, il sondaggio rileva che sta crescendo il desiderio di tornare sul luogo di lavoro. A dicembre solo un dipendente pubblico su tre rimpiangeva il lavoro in presenza full time. Chi preferiva lavorare sempre in ufficio costituiva il 33 per cento degli occupati del campione, mentre oggi l’asticella è salita al 46 per cento. Anche la quota di lavoratori pubblici che parteggiano per le forme ibride risulta in calo: a Natale scorso superava il 50 per cento degli intervistati. Secondo il 40 per cento del campione le relazioni sociali sono peggiorate con la remotizzazione delle attività. In compenso gli intervistati ritengono che lo smart working abbia portato a dei miglioramenti sotto il profilo della quantità di tempo libero, del livello di produttività e della capacità di risparmiare.

Prossimi step

Si tornerà in ufficio, come detto, a partire dal 15 ottobre. I primi a rientrare saranno i dipendenti pubblici impiegati nelle attività di front office. Dopodiché toccherà agli altri. Si tratterà, insomma, di un ritorno a scaglioni. Lo smart working andrà però garantito ad almeno il 15 per cento dei lavoratori smartabili presenti nelle singole amministrazioni. Ma ci saranno categorie, come i genitori con figli piccoli, che avranno la precedenza. Per quanto riguarda il green pass, indispensabile per rientrare in ufficio, i controlli avverranno all’entrata del luogo di lavoro.

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