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Medicina, nelle università spazio per 100mila studenti

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Per risolvere il problema della carenza dei medici negli ospedali, il governo ha approvato misure come quella prevista dal Milleproroghe che consente ai dottori di restare in corsia fino a 72 anni di età fino al 2025. In futuro, però, la situazione potrebbe capovolgersi. L’allarme lo ha lanciato nei giorni scorsi Il Sole 24 Ore, secondo cui tra 10 anni potrebbe verificarsi un esubero di medici. Saranno, infatti, 60mila in più rispetto alle esigenze del Servizio sanitario nazionale.

I numeri

Quest’anno andranno in pensione quasi tredicimila medici, 13,2 l’anno prossimo e 12,8 nel 2026. Insomma, nel giro di tre anni lasceranno il lavoro in quasi 40mila. Dopodiché la curva dei pensionamenti è data in discesa. Da qui ai prossimi sei anni, dunque fino al 2030, il governo punta invece a mettere a disposizione ventimila posti nelle università per gli aspiranti dottori. Considerato che tra corso di laurea e formazione passano circa 10 anni, chi intraprende gli studi quest’anno entrerà in servizio, bene che va, nel 2034. Sempre secondo i calcoli de Il Sole 24 Ore, dal 2034 al 2040 entreranno nei nosocomi circa 100 mila giovani camici bianchi, a fronte di meno di 40mila uscite nel periodo. Risultato, si corre così il rischio di avere tra dieci-quindici anni 60mila medici di troppo

Il test

Quest’anno, intanto, il test di ingresso a Medicina torna all’antico, ovvero al quiz cartaceo. Un decreto ministeriale (del Mur) di febbraio ha stabilito che le prove 2024 si terranno il 28 maggio e il 30 luglio e che i candidati dovranno rispondere a 60 quesiti a risposta multipla, in cento minuti di tempo. Poi dall’anno prossimo il sistema di accesso a Medicina dovrebbe cambiare nuovamente. Per adesso quello che si sa è che l’accesso programmato resterà in vigore, tuttavia potrebbe venire applicato in un secondo momento, magari alla fine del primo semestre, per selezionare gli studenti migliori.

Incentivi

Arrivano, infine, gli incentivi dell’Enpam per i medici, gli odontoiatri convenzionati e liberi i professionisti che decideranno di andare in pensione dopo i 68 anni. I contributi Enpam versati dopo il sessantottesimo anno valevano già il 20 per cento in più. Ora, per i periodi lavorati dopo il 1° marzo 2024, il vantaggio viene moltiplicato. Per i liberi professionisti che pagano la contribuzione piena l’aliquota di rendimento sale dall’1,25 al 3,25 per cento. Per i convenzionati le aliquote di rendimento balzano dall’1,40 al 3,40 per cento. Nel caso dei medici di famiglia si passa dal 2,1 al 4,1 per cento. I liberi professionisti potranno beneficiare di quest’incentivo fino all’età massima di 75 anni, mentre i convenzionati fino a 72 anni.

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