Stop al lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche che non smaltiscono gli arretrati. Nella bozza del nuovo contratto per i dipendenti delle funzioni centrali c’è spazio anche per una clausola di salvaguardia, chiamiamola così, che autorizza le amministrazioni a richiamare gli statali impiegati da remoto in caso di ritardi nello svolgimento della prestazione lavorativa. Basterà un preavviso di 24 ore.
La clausola
ll nuovo lavoro agile nella Pubblica amministrazione, almeno nelle intenzioni della Funzione pubblica, sarà molto diverso da quello che il ministro Renato Brunetta ha definito lavoro a domicilio, ossia lo smart working pubblico in emergenza. Ecco cosa dice la clausola presente nella bozza del contratto per i lavoratori delle funzioni centrali: «Per sopravvenute esigenze di servizio il dipendente in lavoro agile può essere richiamato in sede, con comunicazione che deve pervenire in tempo utile per la ripresa del servizio e, comunque, almeno il giorno prima. Il rientro in servizio non comporta il diritto al recupero delle giornate di lavoro agile non fruite».
Il contratto
La trattativa per il rinnovo del contratto tuttavia è ancora in corso. Ci sono diversi nodi da sciogliere: per quanto riguarda il lavoro agile si discute sulle tre fasce orarie con cui suddividere la giornata lavorativa degli smart worker (e garantire il diritto alla disconnessione) e sull’indennità per coprire le spese sostenute dagli impiegati che lavoreranno anche da remoto. Le fasce orarie potrebbero essere ridotte a due. L’entità dell’indennità che spetterà ai lavoratori agili, invece, potrebbe essere stabilita in fase di contrattazione integrativa. Le regole per lo smart working pubblico che verranno fissate nel contratto per le funzioni centrali dovrebbero poi essere replicate anche nei prossimi contratti per il pubblico impiego.
Le condizioni
Regolarizzazione del contratto, organizzazione del lavoro per obiettivi, monitoraggio dei risultati, verifica della soddisfazione dell’utente: sono queste le quattro condizioni dettate dal ministro Renato Brunetta per lavorare in smart working. «Lo smart working sperimentato sinora nella Pa è stato utile nell’emergenza, ma non è stato un vero lavoro agile», ha ripetuto il ministro in più occasioni. Intanto dal 15 ottobre il lavoro in presenza tornerà a essere la regola. La Funzione pubblica sta valutando l’impatto sui trasporti legato al ritorno in ufficio degli statali e non esclude orari di entrata e uscita dal lavoro flessibili.