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Lavoro agile, crollano le assenze al ministero del Tesoro

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Al ministero dell’Economia il lavoro agile ha fatto crollare le assenze, addirittura del 43% nel primo quadrimestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020. Lo strumento tuttavia al Tesoro rischia l’emarginazione. Infatti, nel Piao del ministero di via XX settembre è scritto che non possono essere più di 8 al mese i giorni lavorati da remoto, in pratica solo due alla settimana.

L’indagine

«Dalle rilevazioni condotte – si legge nel Paio del Mef – si evidenzia come il lavoro agile abbia comportato una notevole riduzione dei tassi di assenza del personale. Confrontando il quadrimestre aprile-luglio del 2020, con il medesimo periodo dell’anno precedente, emerge una riduzione del tasso di assenza per un valore complessivo pari al 35%». Sono state considerate le seguenti tipologie di assenza: giorni di congedo parentale con retribuzione ridotta (-84%), giorni di aspettativa per educazione e assistenza ai figli under 6 (-40%), giorni di malattia (-34%). «Un’ulteriore rilevazione condotta analogamente sul quadrimestre aprile-luglio del 2021, quale periodo seguente alla fase pandemica più acuta, ha continuato ad evidenziare una riduzione del tasso di assenza pari al 43% rispetto all’anno precedente», si sottolinea nel Piao del Tesoro. Il tema del lavoro agile è stato oggetto anche dei questionari relativi alla mobilità sostenibile e dall’ultima survey è emerso che soltanto una minima percentuale dei 1.708 partecipanti ha dichiarato di non riuscire ad organizzare il proprio lavoro in modalità agile in maniera ottimale (1,35%).

Il limite

Eppure, come detto, il Mef fissa un tetto piuttosto stringente allo smart working. I dipendenti del ministero possono lavorare da remoto non più di 8 giorni al mese, due alla settimana. Recita il Piao: «L’attivazione del lavoro agile avviene su base volontaria, espressa congiuntamente dalle parti attraverso la sottoscrizione di un’intesa tra il dirigente responsabile dell’unità organizzativa e il dipendente, il quale si impegna a svolgere, non soltanto la prestazione lavorativa fino ad un massimo di giorni che può variare fino a 8 ove ne ricorrano i presupposti, ma anche ad utilizzare strumentazioni tecnologiche e di connessione internet adeguate per l’espletamento da remoto della prestazione lavorativa».

Linee guida

Intanto il ministro della Pa, Paolo Zangrillo, quando ha presentato le sue linee guida davanti alla prima e alla decima commissione del Senato, lo scorso 9 dicembre, ha ribadito ancora una volta la sua posizione sullo smart working. La Pa, per Zangrillo, non è diversa dalle altre organizzazioni e «se ormai tutte le aziende usano questa modalità di lavoro in tutto il mondo non si capisce perché non possa essere usato anche nelle amministrazioni dello Stato». E ha aggiunto che «l’importante però è prendere consapevolezza del fatto che stiamo parlando di uno strumento di organizzazione del lavoro, abilitato sì dalle tecnologie, ma basato su un cambiamento del modello organizzativo che passa dalla centralità del controllo alla logica del risultato».

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