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Giubileo come la pandemia, a Roma più smart working per i ministeriali

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A Roma più smart working per i dipendenti pubblici che lavorano nei ministeri, nelle agenzie fiscali e negli enti pubblici non economici, almeno fino all’8 gennaio. Questa la ricetta con cui il Comune di Roma e il sindaco Roberto Gualtieri puntano a decongestionare il traffico capitolino, oggi ai massimi livelli a causa dei numerosi cantieri sparsi per la città. Domani l’ufficio del Commissario straordinario per l’Anno Santo, guidato da Gualtieri, incontrrà a Palazzo Senatorio le sigle della Pa (i confederali di Cgil, Cisl e Uil, gli autonomi come Confsal, Cgs, Usb e Confintesa) per discutere e «valutare» l’opportunità di un ampliamento dello smart working per le amministrazioni pubbliche del comparto funzioni centrali nel territorio di Roma Capitale. Si parla di 4 giorni di lavoro agile a settimana.

Nel privato

Per quanto riguarda il privato è già stato siglato un accordo con i sindacati che amplia lo smart working nella Capitale. Nei giorni scorsi è stato sottoscritto l’Accordo quadro sullo smart working tra il Commissario straordinario per il Giubileo della Chiesa cattolica 2025, Roberto Gualtieri, la Regione Lazio e la Città Metropolitana di Roma e le organizzazioni sindacali e datoriali. L’intesa prevede che le organizzazioni sindacali e datoriali, attraverso le proprie articolazioni, promuovano, laddove possibile, la stipula di accordi aziendali per implementare le giornate di lavoro da remoto. La misura è rivolta, in particolare, alle attività con sede nell’area metropolitana di Roma per migliorare le criticità legate al traffico nel territorio almeno fino all’avvio del Giubileo, quando si concluderanno tutti i principali cantieri e le manutenzioni delle linee del trasporto pubblico. «Roma è in un momento cruciale per la sua trasformazione e questo accordo per ampliare lo smart working contribuirà al miglioramento della mobilità e al decongestionamento del traffico in un periodo decisivo», ha sottolineato Gualtieri.

Fragili

Nel frattempo continua a far discutere l’assenza di una corsia preferenziale di accesso allo smart working per i cosiddetti fragili. Il diritto allo smart working riconosciuto ai lavoratori fragili, introdotto contestualmente all’emergenza Covid-19 e ripetutamente prorogato, è scaduto il 31 marzo 2024 per i lavoratori del settore privato e il 31 dicembre 2023 per i lavoratori del settore pubblico. A oggi, perciò, l’accesso al cosiddetto lavoro agile per i fragili non è più qualcosa di regolamentato a livello nazionale, ma dipende dai singoli accordi tra lavoratore e datore di lavoro. Nei giorni scorsi il senatore Orfeo Mazzella, in quota M5S, attraverso un’interrogazione a risposta scritta, ha chiesto a ministro della Salute, Orazio Schillaci, di prorogare la misura dello smart working nel settore privato e pubblico per i lavoratori che soffrono di patologie gravi.

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