Per 193 mila dipendenti delle Funzioni centrali il rinnovo del contratto vale un aumento medio mensile di 160 euro: 150 euro medi per i ministeriali, 160 per le agenzie fiscali, 180 per il parastato. Ma, attenzione, quasi la metà di tali incrementi è già stato versato ai diretti interessati con il maxi anticipo di dicembre scorso, quando il governo ha pagato (in un colpo solo) le tredici mensilità dell’indennità di vacanza contrattuale di quest’anno (maggiorata). Aran e sindacati, dopo l’incontro di ieri, si sono dati appuntamento al 23 luglio.
Le risorse
«Abbiamo innanzitutto presentato le risorse finanziarie disponibili e i dettagli del contratto, per cui è previsto un incremento medio del 5,78%, corrispondente a 160 euro al mese per 13 mensilità», ha spiegato il presidente dell’Agenzia, Antonio Naddeo. Sempre Naddeo: «È bene sottolineare che si tratta di un aumento medio, per cui, alcune categorie, come i funzionari, potranno ricevere un incremento superiore a 170 euro». Riguardo poi al tema degli anticipi erogati nel dicembre scorso, il numero uno dell’Aran ha fatto presente ai sindacati che «questi non limitano la possibilità di negoziare una diversa allocazione». In sostanza, ha chiarito Naddeo, gli anticipi sostituiscono gli arretrati dei contratti precedenti. Siamo infatti ancora nell’ultimo anno di decorrenza del contratto 2022-24, quello oggetto della trattativa per il rinnovo. Durante l’incontro di ieri sono state poi illustrate alcune proposte normative legate al rinnovo, in particolare relative allo smartworking. «La discussione è stata produttiva e focalizzata sui contenuti, anche se alcune sigle sindacali hanno sollevato la questione delle risorse finanziarie, per le quali occorre aspettare la prossima legge di bilancio», ha fatto il punto Antonio Naddeo. Insomma, serve un compromesso o la sottoscrizione del contratto rischia di slittare al 2025.
Il sindacato
Il segretario generale di Confsal-UNSA Massimo Battaglia insiste per velocizzare la trattativa, dividendola in due fasi, la prima dedicata alla parte economica e la seconda incentrata sulle norme. «Siamo dell’idea che i soldi disponibili stiano meglio nelle tasche dei lavoratori anziché a disposizione del ministero dell’Economia e per questo ribadiamo la nostra volontà di chiudere in tempi brevissimi questo rinnovo contrattuale», ha ribadito ieri Massimo Battaglia. Confsal-UNSA ha anche lanciato una petizione su Change.org per “splittare” la trattativa in due. Una posizione pragmatica condivisa anche da altri sindacati presenti al tavolo.