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Fragili, il lavoro agile agevolato scade a fine mese

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Ancora lavoro agile per i fragili del pubblico e del privato? Sì, no, forse. La possibilità per i lavoratori con patologie gravi di accedere allo smart working semplificato, sia nel pubblico che nel privato, scadrà il prossimo 30 settembre. Ma ora che i contagi da Covid sono di nuovo sotto la lente, non è esclusa un’ulteriore proroga. Dai ministeri competenti, Lavoro e Funzione pubblica, è trapelato finora che l’andamento della situazione epidemiologica verrà monitorato con attenzione nei prossimi giorni e che eventuali decisioni sul lavoro agile verranno prese solo alla luce di trend consolidati. Insomma, niente panico. Il governo vuole prima capire quanto sia effettivamente grave la situazione, però nel frattempo non chiude a nuove misure per tutelare la salute dei dipendenti considerati maggiormente a rischio dal punto di vista sanitario.

I costi

Il lavoro agile agevolato per i fragili prevede la possibilità per questa categoria di dipendenti di svolgere la prestazione lavorativa da casa senza dover stipulare accordi con il datore di lavoro. Si tratta di una corsia preferenziale che hanno sfruttato in circa 800 mila in questi anni di pandemia. Un’ulteriore proroga costerebbe allo Stato tra i 30 e i 50 milioni, una spesa tutto sommato sostenibile. Anche per questo il governo non esclude l’ennesimo rinvio. A prorogare lo smart working semplificato per i fragili al 30 settembre è stato il decreto Lavoro. Con il decreto Lavoro è stato anche prorogato al 31 dicembre 2023 per i genitori di under 14 il diritto di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, ma solo nel privato. «La misura», spiega il ministero di Marina Calderone, «interessa i lavoratori dipendenti che abbiano almeno un figlio, minore di anni 14, a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito, in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa e che non vi sia genitore non lavoratore».

Il ministero del Lavoro ricorda anche che il diritto al lavoro agile agevolato è previsto fino al 31 dicembre per «tutti i lavoratori dipendenti che, sulla base delle valutazioni dei medici competenti sono più esposti a rischio di contagio dal virus SARS-CoV-2, in ragione dell’età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o comunque da comorbilità che possano caratterizzare una situazione di maggiore rischio, accertata dal medico competente».

L’attesa

Insomma, se i contagi da Covid dovessero aumentare ulteriormente allora è possibile che per i fragili del pubblico e del privato venga esteso almeno fino alla fine dell’anno lo smart working in versione automatica. In caso invece di mancata proroga i dipendenti appartenenti a questa particolare categoria dovranno siglare, proprio come tutti gli altri, un accordo individuale con il dirigente responsabile al fine di stabilire la quantità di giorni di smart working a disposizione e le modalità di svolgimento della prestazione lavorativa da remoto. Tradotto, i fragili potranno continuare a lavorare da casa anche senza proroga, ma probabilmente non per tutta la settimana.

1 Comment

  1. E’ assurdo che il governo non abbia pensato di istituire smart working per i fragili ultra sessantenni fino al pensionamento.

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