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Fisco, spunta la “tassa” sugli interpelli

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«Pronto, Agenzia delle Entrate? Vorrei un’informazione». «Guardi, da adesso gli interpelli si pagano». Ecco come potrebbe svolgersi in futuro una conversazione tra contribuente e fisco. Già perché la bozza di riforma fiscale che si appresta ad atterrare sul tavolo del Consiglio dei ministri prevede una gabella per avere informazione dall’erario. Una “tassa” che non piace all’Associazione nazionale forense, secondo cui l’intervento contenuto nell’articolo 4 della bozza ha l’obiettivo di limitare il ricorso all’interpello all’Agenzia delle Entrate. L’interpello è un’istanza che il contribuente rivolge all’Agenzia prima di attuare un comportamento fiscalmente rilevante, per ottenere chiarimenti in relazione a un caso concreto e personale in merito all’interpretazione, all’applicazione o alla disapplicazione di norme di legge di varia natura relative a tributi erariali.

Stop agli interpelli

«Non si può fare cassa su uno strumento che è indispensabile ogni giorno a migliaia di cittadini e professionisti». Questa la pozione dell’Anf. Che spiega: «Parliamo di un servizio che ha la funzione di dare indicazioni e spiegazioni al contribuente, utile specialmente in ottica deflattiva rispetto a futuri contenziosi». Certo, gli interpelli inoltrati al Fisco sono moltissimi se si considera che solo nel 2022 l’Agenzia delle Entrate ha fornito 18mila risposte. Non solo. Si ragiona inoltre sulla possibilità di limitare la possibilità di presentazione degli interpelli all’Agenzia delle Entrate alle sole questioni che non hanno già soluzioni in documenti interpretativi precedentemente pubblicati.

La bozza

È atteso giovedì 16 marzo in Cdm l’esame del disegno di legge delega sulla riforma fiscale. Si punta, com’è noto, a modernizzare il sistema tributario, dando per esempio spazio all’intelligenza artificiale nella lotta all’evasione, e a ridurre la pressione fiscale. Lo spirito del nuovo impianto incoraggia poi l’adempimento spontaneo da parte del contribuente, con premi e sanzioni ridimensionate per chi collabora con il fisco. La bozza circolata finora conta 22 articoli ed è suddivisa in cinque parti. Così il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo: «Si esamineranno i principi generali sia nazionali che internazionali, verrà rivisitato lo statuto del contribuente, si faranno interventi su tutti i tributi, Irpef, Irap, Ires, Iva, tributi doganali, accise e si rivedranno tutti i meccanismi dei procedimenti accertativi e di riscossione. Infine si rivedranno i meccanismi sanzionatori».

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