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Fisco, ecco la riforma: dalla flat tax all’Iva zero

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“I principi cardine di questa riforma sono fondamentalmente tre: riduzione della pressione fiscale che grava sui cittadini e sulle imprese, un nuovo rapporto tra lo Stato e il contribuente, che non sia più un rapporto vessatorio, ma un rapporto paritetico e collaborativo e una reale lotta all’evasione fiscale, posto che le misure adottate finora, dati alla mano, non sembrano aver sortito grandi effetti”. La riforma del fisco che ha in mente il governo l’ha tracciata Giorgia Meloni in parlamento. Dopo il passaggio in cdm questa settimana si punta ad un’approvazione lampo entro maggio, senza dunque grandi scossoni a livello politico come fu invece per la delega Draghi. Il governo chiede poi 24 mesi per i decreti attuativi che daranno corpo alle norme. Ecco le principali novità.  

Imposte sui redditi

L’obiettivo di legislatura è la flat tax per tutti, passando attraverso l’estensione della flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti. Prima, però, l’Irpef verrà ridotta da 4 a 3 scaglioni. Due le ipotesi: 23%, 27% e 43% o 23%, 33% e 43%. Obiettivo: ridurre il carico tributario in favore dei ceti medio-bassi. Le risorse arriveranno, almeno in parte, dalla revisione delle agevolazioni (le cosiddette “Tax expenditures”), con una forfetizzazione in base ai redditi che lascerà però intatte quelle sui mutui e sulle spese sanitarie. Per le imprese si passerà a due aliquote Ires, con una riduzione per i redditi destinati a investimenti e nuova occupazione a cui corrisponderà la razionalizzazione o eliminazione degli attuali crediti d’imposta.

Iva e Irap  

Una delle misure già promossa a pieni voti dalle imprese è il graduale superamento dell’Irap (a partire della piccole società), condiviso da tutti. Commercianti e consumatori guardano invece soprattutto alla riorganizzazione delle aliquote Iva. La delega non esplicita in cosa consista ma il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha parlato di possibilità di aliquota zero (come è stato nel caso dei vaccini Covid) per pane, pasta o latte.

Micro imposte  

L’obiettivo è eliminare l’imposta di bollo, quella ipotecaria e la catastale, ma anche i tributi speciali catastali e le tasse ipotecarie che saranno sostituite da un tributo unico, “eventualmente in misura fissa”. Per facilitare le modalità di pagamento dei tributi ed efficientare i sistemi di riscossione, viene previsto l’utilizzo dei mezzi elettronici di pagamento.

Lotta all’evasione

Nell’ottica di un migliore rapporto tra fisco e contribuente, la delega propone l’esclusione della decadenza da benefici fiscali in caso di inadempimenti formali o di minore gravità. In generale è prevista una riduzione degli adempimenti e una razionalizzazione degli obblighi dichiarativi, con una spinta alle precompilate. Con l’istituzione del concordato preventivo biennale e il rafforzamento della cooperative compliance si punta a favorire l’adempimento spontaneo.

Riscossione  

Per la riscossione l’obiettivo è un graduale superamento del ruolo e un accesso semplificato a forme di rateizzazione a 120 rate. Le sanzioni saranno riviste in caso di omessi versamenti non reiterati e rese più proporzionali rispetto alle condotte contestate.

Redditi da capitale 

Resta aperto il nodo della tassazione dei capital gain. In base all’attuale legislazione, sono tassati al 26%, con una serie di eccezioni (come il 12,5% sui titoli di stato, la cedolare secca al 10%). L’ipotesi su cui si lavora è quella di prevedere due diverse aliquote, che riguarderebbero sia le rendite finanziarie sia quelle immobiliari. Con ogni probabilità la quantificazione delle stesse sarà rinviata ai decreti attuativi, ma ci sono tensioni all’interno della maggioranza, che vuole raggiungere un accordo di massima su questo punto prima di inserire la modifica nella legge delega. L’ipotesi potrebbe essere il doppio binario del 15% e 26%, che lascerebbero quindi invariata la tassazione massima introducendo però una nuova percentuale del 15.

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