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Dirigenza pubblica, riforma apre alla carriera interna

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Sul tavolo del governo arriva la riforma della dirigenza pubblica. Una riforma i cui punti essenziali sono delineati all’interno del Programma nazionale di ripresa e resilienza inviato alla Commissione Ue. La novità più rilevante è l’introduzione di percorsi di carriera interni per accedere ai ruoli della dirigenza.

LA PROGRESSIONE INTERNA

La progressione interna di carriera è anticipata nelle 2500 pagine di schede inviate a Bruxelles. Nel capitolo dedicato all’accesso alla dirigenza, si parla di una “razionalizzazione delle procedure” sulla base di differenti bacini di reclutamento: interno ed esterno. La selezione pubblica per reclutare dall’interno la dirigenza, spiega il documento, includerà anche una verifica delle attitudini etiche dei candidati. Questa verifica verrà effettuata sulla base di colloqui e test. Il modello citato è quello del Fondo monetario internazionale. Una delle priorità indicate dal piano, è anche quella di incoraggiare le donne ad acquisire le competenze necessarie per entrare nei ruoli della dirigenza.

DIRIGENTI A TEMPO DALL’ESTERNO

Per quanto riguarda il reclutamento dall’esterno della Pubblica amministrazione, l’intenzione è quella di allargare gli ingressi dei dirigenti a tempo. In questo caso si guarda, lascia intendere, ci sarà un allargamento delle maglie degli ingressi attraverso l’uso dell’articolo 19 comma 6 del decreto legislativo 165. Oggi il limite per i dirigenti a tempo presi dall’esterno è del 10 per cento del totale dei dirigenti della singola amministrazione. La soglia potrebbe essere portata al 20 per cento. Il documento del governo parla di “allargare le opportunità” per i manager del privato e del no profit. Ma parla anche di rafforzare le procedure di selezione competitive (curricula e colloqui) per l’assunzione a termine.

FORMAZIONE CONTINUA

Un altro elemento di novità riguarda la formazione continua dei dirigenti. L’intenzione è di introdurre un sistema di “crediti” simile a quello oggi in vigore per molte professioni. Il documento inviato dal governo alla Commissione europea cita come esempi quello dei dottori, degli architetti e degli ingegneri. La formazione continua e il sistema dei crediti, saranno un requisito obbligatorio per le progressioni di carriera. Tutto il sistema sarà affidato alla Sna (che sarà riformata) e al Formez.

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