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Pa, fuga dai concorsi: crolla il numero dei partecipanti

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I dipendenti pubblici sono 3.266.180, il valore il più alto dell’ultimo decennio, in aumento dello 0,8% in un anno. Ma nei concorsi due vincitori su dieci rinunciano al posto (l’asticella sale al 50% quando in palio c’è una posizione a tempo determinato). Nel 2021 il numero dei contratti a tempo indeterminato (2.932.529) ha raggiunto il livello più basso dal 2001. Quelli flessibili sono oltre 437.000, in crescita di 22.000 unità. In particolare, mancano figure tecniche e professionisti per il Pnrr. L’età media degli statali supera i 50 anni. Così evidenzia l’indagine sul lavoro pubblico realizzata da FPA, società del Gruppo DIGITAL360, e presentata a FORUM PA 2023.

Il flop dei concorsi

Da inizio 2021 a giugno 2022 si sono presentati appena 40 candidati per ogni posto messo a bando: prima erano 200. Per giunta, due vincitori su dieci hanno rinunciato al posto nel periodo preso in esame (addirittura uno su due in caso di contratto a tempo determinato). Il fenomeno delle candidature multiple del resto ha prodotto vincitori in più posizioni: il 42% dei candidati ha partecipato a più di una selezione e il 26% è risultato idoneo in almeno due. E ancora. Oltre l’8% dei 150mila assunti per concorso nel 2021 era già un dipendente pubblico.

Boom di pensionati

Entro il 2033 più di un milione di dipendenti pubblici andrà in pensione. Tradotto: alcune amministrazioni dovranno sostituire più di metà del personale in servizio. In valori assoluti le uscite più significative si registreranno nella scuola (463.257), nella sanità (243.130) e negli enti locali (185.345). Nel 2023 nel pubblico si contano 94,8 pensioni erogate ogni 100 contribuenti attivi (erano 73 nel 2022).

Sottolinea Carlo Mochi Sismondi, presidente di FPA: «In un contesto caratterizzato dalla scarsità di personale qualificato, si evidenzia una nuova competizione tra pubblico e privato sui profili tecnici e tra amministrazioni. Una condizione che impone alla Pa di diventare più attrattiva come datore di lavoro».

Il commento

Gli stipendi privati in questi ultimi anni sono cresciuti più in fretta di quelli pubblici, fino al punto da averli raggiunti. «La Pubblica amministrazione, anche grazie alla spinta dei fondi europei, oggi appare in evoluzione, ma per accompagnare i grandi processi di trasformazione del paese deve compiere un ulteriore cambio di passo, imparando sul campo il mestiere del datore di lavoro», aggiunge Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA. Insomma, servono proposte concrete per attrarre nuovi talenti e valorizzare le persone che già lavorano nel pubblico.

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