È arrivato ieri l’atteso via libera del Consiglio dei ministri alla nuova disciplina dei concorsi, uno degli interventi previsti dal Pnrr, che tra le altre cose punta a semplificare e digitalizzare il più possibile le procedure amministrative. Il regolamento, recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica n. 487 del 9 maggio 1994, aggiorna le norme sull’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi. Numerose le novità, a partire dal limite massimo di 6 mesi per la conclusione della procedura concorsuale. I bandi dovranno essere pubblicati sul portale inPA e sul sito istituzionale dell’ente che bandisce il concorso. Previste specifiche tutele per le donne in gravidanza.
Le assunzioni
Con le nuove norme per i concorsi pubblici la Funzione pubblica spera di riuscire a centrare il traguardo delle 170 mila assunzioni entro il 2023. «Con il provvedimento approvato oggi – ha detto il ministro Zangrillo – tracciamo la strada per un nuovo modo di selezionare il personale pubblico, imprimendo una decisiva accelerazione ai tempi di conclusione delle procedure e puntando su digitalizzazione e trasparenza. Un intervento che ci permette di affrontare le oltre 170 mila assunzioni previste per il 2023 con maggiore forza e fiducia». E ancora. «La certezza dei tempi è un importante stimolo per i candidati oltre che una garanzia per le amministrazioni». Sul portale InPA, ha rilevato il Formez, sono stati pubblicati finora oltre 2.200 bandi, per un totale di 34.860 posti, di cui 1.000 banditi nel 2021, 14.630 nel 2022 e 19.230 nel 2023. Attenzione però perché un concorso su tre non si è ancora concluso (circa 760).
Paletti
Alle modifiche al Dpr 487 del 1994 si aggiungono le norme sui concorsi pubblici previste dal decreto per il rafforzamento della capacità amministrativa della Pubblica amministrazione che è stato approvato ieri alla Camera. Fino al 2026 le amministrazioni che pubblicano i bandi potranno decidere di non effettuare la prova orale. L’obiettivo è sempre lo stesso: accelerare le assunzioni nel pubblico impiego. Gli addetti all’ufficio per il processo, assunti a tempo determinato per aiutare i magistrati a ridurre l’arretrato della giustizia come richiesto dal Pnrr, avranno diritto poi a una corsia preferenziale nei concorsi. Altra novità di rilievo: non saranno più considerati idonei di un concorso coloro che raggiungeranno un certo punteggio, ma il 20% dei posti dopo l’ultimo degli assegnati. Infine, in caso di concorsi organizzati su base regionale, i candidati potranno fare domanda esclusivamente per un profilo oggetto del bando e per non più di un ambito territoriale.