A lanciare l’allarme è stata la Fondazione Ifel, che funge da ufficio studi per l’Anci: nel 2021 hanno detto addio al posto fisso negli enti locali 14.549 dipendenti. Di più. Negli ultimi sei anni in quasi 80mila hanno lasciato il posto in un Comune o in una Regione. Dal 2007 al 2021 il calo di personale nel comparto comunale è stato pari al 28 per cento. Il Rapporto Ifel, “Personale comunale e formazione: competenze e scenari”, evidenzia che nel 2021 il personale in servizio delle amministrazioni comunali ammontava a 343.269 unità distribuite su 7.596 Comuni (contro le 479.233 unità del 2007). Soffrono in particolare gli uffici tecnici e di pianificazione territoriale. E adesso la carenza di personale sta mettendo seriamente a rischio i progetti del Pnrr. C’è poi un altro aspetto da tenere in considerazione. Oggi il 21 per cento dei dipendenti dei Comuni ha oltre 60 anni e, dunque, è prossimo alla pensione. La situazione appare destinata perciò a peggiorare ulteriormente.
La fuga
Dall’ultimo Conto annuale del Tesoro è emerso che i dipendenti degli enti locali (non dirigenti) guadagnano in media 30.214 euro lordi l’anno, contro i quasi 33 mila euro dei ministeri, i 38 mila delle Agenzie fiscali e i 34 mila dell’Inps. Chi lavorava nei Comuni potrebbe aver approfittato della nuova stagione dei concorsi per approdare in altre amministrazioni dove le remunerazioni sono più elevate. Ma c’è pure chi ha “traslocato” nel privato. Oggi i dipendenti comunali sono più numerosi in Lombardia, dove se ne contano più di 50mila (nel Lazio sono circa 36mila). In queste due regioni, ricorda l’Ifel, si concentra il 25 per cento dei dipendenti comunali in servizio. Più nel dettaglio, il personale comunale si compone di 337.505 dipendenti, 3.445 dirigenti, 2.295 segretari comunali e 24 direttori generali2 presenti solo in 14 regioni (i dati sono aggiornati al 2021). I dipendenti comunali in servizio si suddividono in 314.878 unità a tempo indeterminato e 20.563 con un rapporto di lavoro flessibile. I contrattisti e i collaboratori a tempo determinato ammontano a 2.064 unità.
Il commento
«L’assunzione dei giovani è uno dei fattori determinanti per il futuro della Pubblica amministrazione e per gli enti locali, ma dobbiamo tener conto che i giovani che scelgono il lavoro hanno in mente un contesto migliorativo rispetto a quello che trovano. Per l’ingresso dei giovani nella Pa non diamo il posto fisso ma creiamo un ambiente sfidante», ha detto Alessandro Canelli, presidente di Ifel e sindaco di Novara. Per il ministro della Funzione pubblica Paolo Zangrillo, invece, «il Pnrr costituisce la più grande sfida che tutte le amministrazioni, e soprattutto i Comuni, non possono non considerare».