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Caro vita, crescita record degli stipendi nei ministeri: +4,4% nel primo semestre del 2022

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Crescita record per gli stipendi dei ministeri. A dirlo sono i dati Istat sul primo semestre dell’anno. Sebbene la retribuzione oraria media nel periodo gennaio-giugno 2022 sia cresciuta in media solo dello 0,8%, nei dicasteri gli aumenti tendenziali delle remunerazioni hanno toccato la vetta del +4,4%. Per intenderci, nell’agricoltura gli incrementi sono stati del 4,1% e nell’edilizia del 3,3%, mentre nel commercio risultano non pervenuti.

Le variazioni

Crescita diseguale tra prezzi e retribuzione dei lavoratori. Lo ha rilevato l’Istat nel primo semestre del 2022. Lo spread tra la dinamica delle variazioni dei prezzi e quella delle variazioni delle retribuzioni contrattuali, nella media dei primi sei mesi dell’anno, è arrivato a quasi sei punti percentuali. L’Istat ha sottolineato che la retribuzione oraria media nel periodo gennaio-giugno 2022 è cresciuta dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2021 e che l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie a giugno 2022 ha segnato un aumento congiunturale dello 0,3% e dell’1,0% rispetto a un anno fa. «Complessivamente la dinamica retributiva risulta moderata seppur in aumento rispetto al periodo precedente», ha chiarito l’istituto in una nota. I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono appunto quelli dei ministeri (+4,4%), dell’agricoltura (+4,1%), delle farmacie private (+3,9%) e dell’edilizia (+3,3%). Incremento nullo per il commercio e per credito e assicurazioni.

Impatti

Risultato? Sono in calo secondo l’Istat tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori. Il clima economico e quello futuro registrano le diminuzioni più significative: scendono rispettivamente da 93,9 a 84,9 e da 98,8 a 92,9. Il clima personale e quello corrente registrano cali più contenuti: il primo passa da 99,8 a 98,1 e il secondo da 97,9 a 96,1. In flessione pure l’indice del clima di fiducia delle imprese. Intanto a luglio l’inflazione tendenziale si è abbassata di un decimo di punto percentuale dal record di giugno: da +8% a +7,9%. L’indice dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile. Le stime Istat di luglio indicano poi che a influire sul rallentamento dell’inflazione ha influito il calo dei beni energetici (da +48,7% di giugno a +42,9%) grazie soprattutto ai beni energetici regolamentati (da +64,3% a +47,8%). L’inflazione di fondo, al netto di energetici e alimentari freschi, accelera da +3,8% a +4,1% e quella al netto dei soli energetici da +4,2 a +4,7%.

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