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Buste paga, arrivano gli aumenti: ma gli aiuti scadono quasi tutti alla fine dell’anno

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Dal taglio del cuneo al bonus mamma, dalla riforma dell’Irpef alla detassazione degli straordinari, dall’imposta sostitutiva sui premi di produttività collettivi ai fringe benefit. Aumentano le buste paga nel 2024, ma gli aiuti sono tutti a termine. La maggior parte infatti troverà applicazione fino alla fine dell’anno, poi chissà. La decontribuzione per le lavoratrici a tempo indeterminato con più figli, misura che si rivolge a circa 800mila dipendenti, tra cui 200mila statali, consiste in uno sgravio di 250 euro lordi al mese: peccato che le madri con due figli, di cui uno under 10, possono accedere all’agevolazione solo nel 2024. Il taglio del cuneo, meno 7 per cento di contributi per le retribuzioni lorde fino a 25mila euro e meno 6 per cento per quelle fino a 35mila euro, con la tredicesima esclusa dal beneficio, è stato rifinanziato solo per il 2024. La riforma dell’Irpef che ha ridotto a tre gli scaglioni di imposta – ora il prelievo è del 23% fino a 28mila euro di reddito – per ora ha carattere sperimentale. Sapremo solo a dicembre se l’impostazione verrà riconfermata anche in futuro.

Aiuti a tempo

E ancora. L’imposta sostitutiva sui premi di produttività collettivi è stata confermata al 5%, come nel 2023, ma non è dato sapere se ci sarà ancora l’anno prossimo. Nuove soglie di non imponibilità dei fringe benefit, i beni e i servizi che possono essere riconosciuti dal datore ai lavoratori (come i buoni acquisto), ma solo per il 2024. Il limite aumenta da 258,23 euro a 2mila euro per i dipendenti con figli a carico e a mille euro per gli altri lavoratori. Proseguiamo. L’incremento fino all’80% dell’indennità per il secondo mese di congedo parentale facoltativo è previsto solo per quest’anno. Dal 2025 l’indennità scenderà al 60%: rimarrà indennizzato all’80% solo il primo mese di congedo.

Altro esempio: è stata rinnovata fino a giugno soltanto la detassazione degli straordinari e del lavoro notturno nel comparto turistico. In compenso è stata estesa nel 2024 la platea dei destinatari della misura, a cui possono accedere adesso anche i lavoratori degli esercizi di somministrazione e ristorazione, che si aggiungono ai dipendenti impiegati nel comparto turistico, ricettivo e termale. L’incentivo prevede il riconoscimento di un trattamento integrativo speciale, esente da tasse e contributi, pari al 15% delle retribuzioni lorde.

Il divario

Negli ultimi 30 anni, dal 1991 al 2022, gli stipendi degli italiani sono cresciuti solo dell’1%, contro il +32,5% in media dell’area Ocse. Per l’Istat i lavoratori italiani oggi guadagnano circa 3.700 euro l’anno in meno della media dei colleghi europei e oltre ottomila euro in meno della media di quelli tedeschi. La retribuzione media annua lorda per dipendente è risultata pari nel 2021 a quasi 27 mila euro in Italia, inferiore del 12% a quella media Ue e del 23% a quella tedesca.

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