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Caro vita, a gennaio aumenteranno gli importi dell’assegno unico

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Nel 2023 aumenteranno gli importi versati tramite l’assegno unico e universale per i figli. Pesa l’inflazione, che quest’anno orbita attorno all’8 per cento. Risultato: l’importo base mensile di 175 euro riconosciuto a chi ha un indicatore della situazione economica equivalente inferiore a 15mila euro dovrebbe arrivare a sfiorare l’anno prossimo i 190 euro. Chi oggi invece riceve l’importo minimo di 50 euro al mese, stando alle previsioni nel 2023 ne prenderà circa 54. L’effetto inflazione si ripercuoterà anche sulle soglie Isee, a partire dalle quali si calcola l’entità del beneficio a cui hanno diritto i richiedenti. Verranno riviste al rialzo: si calcola che avranno diritto alla cifra massima i nuclei con Isee fino a 16.200 euro (attualmente l’asticella è fissata a 15mila euro) mentre a quelli con Isee superiore a 43.200 euro (e non più a 40mila euro) dovrebbe spettare in futuro l’importo minimo. 

Le risorse

La misura ha raggiunto una platea di beneficiari inferiore alle attese e così sono stati risparmiati 630 milioni di euro, utili adesso a finanziare la rivalutazione dell’assegno unico e universale per i figli. Per quest’anno la spesa prevista per lo strumento di sostegno introdotto a marzo è di 13,6 miliardi circa, che nel 2023 dovrebbero diventare 18,2 miliardi fino a raggiungere 19,5 miliardi di euro nel 2029. 

Domande

Altra novità: per continuare a percepire l’assegno anche nel 2023 non sarà per forza necessario rifare domanda all’Inps a gennaio. L’Inps infatti continuerà a erogare l’importo in automatico sulla base dei dati già comunicati dai cittadini. Le informazioni rilasciate all’istituto di previdenza andranno modificate da parte degli utenti solo in caso di variazione dell’Isee o del numero dei figli. 

L’inflazione

Insomma dal prossimo 1° gennaio 2023 l’assegno unico e universale per i figli sarà indicizzato all’inflazione. Per il mese di luglio l’Istat ha confermato un’inflazione al 7,9% su base annua (da +8,0% di giugno). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +3,8% a +4,1%, e quella al netto dei soli beni energetici da +4,2% a +4,7%. Livelli che non si vedevano, rispettivamente, da giugno e maggio 1996. La crescita dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa si porta a +9,1%, registrando un aumento che non si osservava da settembre 1984.

I numeri

Nel primo quadrimestre di competenza sono stati erogati alle famiglie assegni per circa 4,8 miliardi di euro: i richiedenti che hanno ricevuto almeno un assegno nel quadrimestre marzo-giugno sono stati 5,3 milioni per 8,5 milioni di figli. L’importo medio mensile per richiedente è risultato pari a 232 euro ed è stato pagato in media per 1,6 figli per ciascun richiedente, mentre l’importo per ciascun figlio è risultato, sempre in media, pari a 145 euro. Circa il 46% degli assegni pagati per figlio si riferisce a beneficiari appartenenti a nuclei con Isee inferiore ai 15mila euro, ai quali viene erogato il massimo dell’assegno.

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