Nuovi aumenti in vista per l’assegno unico per i figli. Il governo avrebbe a disposizione circa 3 miliardi di euro per inserire in legge di bilancio una serie di interventi a favore della famiglie e della natalità in generale. Uno di questi prevede ulteriori incrementi per l’assegno unico da destinare al secondo e al terzo figlio. A questo scopo dovrebbero essere utilizzate le risorse non spese quest’anno per la misura a causa delle mancate richieste.
Il meccanismo
Il meccanismo allo studio del governo per aumentare l’assegno unico ricalca quello utilizzato lo scorso anno. L’ultima legge di bilancio ha determinato un aumento del 50 per cento della maggiorazione forfettaria per i nuclei con almeno 4 figli. In questo modo l’extra mensile è salito da 100 a 150 euro. Per le famiglie con tre o più figli, solo fino ai tre anni di età ed esclusivamente per i nuclei con Isee entro i 43 mila euro, è scattato invece un incremento del 50 per cento dell’assegno. Poi per ciascun bambino successivo al secondo adesso è previsto un assegno più corposo, con aumenti tra 15 e 85 euro al mese a seconda dei redditi.
Simulazioni
Se per esempio a partire dall’anno prossimo dovesse essere riconosciuto un aumento del 50 per cento della maggiorazione forfettaria anche alle famiglie con tre figli a carico, allora queste ultime si porterebbero a casa nel 2024 ben 1.800 euro in più. Non solo. Se l’incremento del 50 per cento dell’assegno attualmente previsto per le famiglie con tre o più figli entro i tre anni di età dovesse essere esteso anche a quelle con due figli, il guadagno per queste ultime corrisponderebbe ad almeno 94 euro al mese.
Un successo
L’assegno unico per i figli si è rivelata essere una delle misure sociali più apprezzate dalle famiglie. Anche se non mancano delle criticità. Resta infatti elevata la quota di figli che non lo richiedono, al punto che quest’anno la prestazione di sostegno lascerà un tesoretto compreso tra 1,5 e 2 miliardi. Poi c’è la questione dell’Isee: il fatto che l’importo dell’assegno sia calcolato sulla base dell’indicatore economico non convince le associazioni dei genitori.
Il quadro
Nel 2022 secondo quanto rilevato dall’Istat i nati sono scesi sotto la soglia delle 400mila unità, attestandosi a 393 mila. Dal 2008, ultimo anno in cui si registrò un aumento delle nascite, il calo è di circa 184 mila nati. Questa diminuzione tuttavia è dovuta solo in parte alla spontanea o indotta rinuncia ad avere figli da parte delle coppie, ha sottolineato l’istituto. In realtà pesano anche il calo dimensionale e il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive.