Il bonus Befana è il nuovo bonus di Natale. ll vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha annunciato che la misura troverà spazio nel decreto omnibus in discussione al Senato. Il decreto entrerà in vigore il primo gennaio. «Ma siamo riusciti ad anticipare il bonus Befana a dicembre 2024 grazie al fatto che le entrate stanno andando bene. Grazie a queste risorse puntiamo a un bonus di 100 euro netti senza tassazione», ha spiegato Leo. Il bonus di Natale è riservato alle famiglie a basso reddito: i lavoratori dipendenti del pubblico e del privato con figli e con redditi tra 8.500 e 28mila euro annui.
Meno tasse
Il bonus Befana, una misura una tantum prevista nell’ambito della complessiva revisione della tassazione delle tredicesime, era entrato nel decreto legislativo Ires-Irpef che ha ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri il 30 aprile. Il provvedimento tuttavia non è ancora giunto in parlamento per i pareri. Adesso l’esecutivo vuole trasferire la norma che prevede questo bonus dal vecchio decreto al decreto omnibus, attualmente all’esame delle commissioni Finanze e Bilancio di Palazzo Madama. «Sappiamo che i contribuenti che hanno un reddito tra i 28 e i 50mila euro – ha sottolineato il vice ministro dell’Economia – oggi hanno un’aliquota del 35 per cento. L’obiettivo, risorse permettendo, è di portare l’aliquota al 33%». E ancora. «Potremmo spingerci un po’ più là per quelli che fanno parte della terza fascia, quella del 43% e portarla sino a 60mila euro, quindi prendere 10mila della terza fascia e posizionarli sul 33 per cento».
La platea
Insomma il bonus Befana di 100 euro destinato alle famiglie con figli e alle persone che arrivano fino a 28 mila euro di reddito che doveva arrivare a gennaio, sarà anticipato a dicembre. Tuttavia non dovrebbero avere diritto ai 100 euro i lavoratori senza figli e quelli con redditi al di sotto degli 8.500 euro annui in quanto rientrano nella no tax area e perciò non versano imposte. Il costo stimato della misura è di 100 milioni di euro. La platea è di circa un milione di destinatari.
Gli altri fronti
Novità anche per quanto riguarda la settimana corta. Pronto un testo unico di Pd, M5S e Avs sulle proposte di legge sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Il testo che verrà sottoposto all’attenzione della XI commissione di Montecitorio dovrebbe prevedere degli incentivi indirizzati alle imprese che tra il 2025 e il 2028 vorranno adottare una riduzione dell’orario di lavoro per i propri dipendenti. La misura avrebbe dunque una durata di tre anni, al termine dei quali, in base al raggiungimento di determinati obiettivi, potrebbe essere resa più strutturale.