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Agenzia delle Entrate, battaglia su Serpico. L'algoritmo anti evasione rischia di rallentare gli uffici - PA Magazine

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Agenzia delle Entrate, battaglia su Serpico. L’algoritmo anti evasione rischia di rallentare gli uffici

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Il software utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per scandagliare tutti i dati dei redditi e dei patrimoni dei contribuenti italiani, ha un nome evocativo: Serpico. Come l’incorruttibile poliziotto newyorkese di origini italiane, Frank Serpico, interpretato poi da Al Pacino in un celebre film del 1973. Chiamare così l’algoritmo anti-evasione, insomma, vorrebbe comunicare il messaggio della integrità adamantina dei dipendenti del Fisco che hanno accesso a informazioni molto riservate sulla vita dei cittadini. Riservatezza delle informazioni corroborata da norme ferree a difesa della privacy dei contribuenti. Le ha ricordate, elencandole, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini in audizione alla Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria.

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Le regole di accesso e di utilizzo degli applicativi e delle banche dati gestite dall’Agenzia delle entrate sono ispirate, ha ricordato Ruffini, al rispetto dei principi di necessità, pertinenza, non eccedenza e minimizzazione del trattamento dei dati personali. Tutte le applicazioni, prima di consentire qualsiasi trattamento dei dati, interagiscono con il sistema di controllo accessi affinché tutti gli operatori che vogliono accedere siano preventivamente identificati e autenticati e ne sia verificata sui sistemi l’autorizzazione all’accesso. L’autenticazione dell’operatore avviene sempre utilizzando almeno un fattore di autenticazione, la password di accesso, sottoposta a una specifica password policy con opportune caratteristiche di sicurezza quali la lunghezza minima, la scadenza e il blocco in caso di ripetuti errori di
inserimento. La gestione delle abilitazioni è supportata da uno specifico applicativo informatico (SIGA 3.0)
con l’obiettivo di promuovere e garantire la coerenza tra le linee di lavoro richieste e quelle effettivamente necessarie alle funzioni svolte da ogni dipendente-utente del sistema, sia al momento della concessione dell’abilitazione all’accesso alle informazioni contenute nella banca dati, sia durante il successivo svolgimento dell’attività lavorativa. La regolamentazione prevede, in linea generale, la verifica delle abilitazioni con frequenza trimestrale.

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Si tratta insomma, di un sistema “blindato”. Non si capisce dunque, perché l’Agenzia abbia deciso di inserire un nuovo passaggio, la cui unica conseguenza al momento, sembra essere un aggravamento dei carichi di lavoro dei dipendenti del Fisco. L’aggiornamento di Serpico introdurrebbe insomma una serie di nuovi adempimenti per evitare accessi “abusivi” al sistema. Confsal-Unsa, il sindacato che edita questo sito, ha dichiarato lo stato di agitazione dopo che i vertici dell’Agenzia delle Entrate hanno rifiutato di sospendere questa sperimentazione e convocare, come previsto dagli accordi, un tavolo di negoziazione con le rappresentanze sindacali. Il rischio vero, è che questo nuovo laccio burocratico rallenti l’operatività degli uffici costituendo un freno alla lotta all’evasione. Allora quantomeno si potrebbe cambiare il nome del software intestandolo a un altro celebre Frank, il Drebin di una Pallottola spuntata.

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